Comunicato stampa Faenza 25 10 2022
Ultime da Monte Tondo
Dalle prime recenti uscite del Sindaco Giorgio Sagrini su Monte Tondo, ci eravamo posti la domanda retorica se “il Sindaco volesse il non riconoscimento della Vena del Gesso come patrimonio dell’Unesco”. Oggi, dopo le ultime dichiarazioni e la convocazione del Consiglio Comunale di Casola per il 25 ottobre, con l’aggiunta di un punto: “Ordine del giorno per l’esclusione dell’intera area di Monte Tondo di proprietà della società Saint Gobain dalla candidatura a patrimonio Unesco della Vena del Gesso romagnola”, se ne può avere la certezza.
La cosa è particolarmente grave e dovrebbe preoccupare non solo le associazioni ambientaliste ma anche tutti gli Enti Locali che hanno sottoscritto il Protocollo di intesa per il supporto alla candidatura dei fenomeni casrsici gessosi dell’Emilia Romagna alla World Heritage List dell’Unesco del 2021; per questo chiediamo, in particolare alla Provincia di Ravenna, all’Unione della Romagna Faentina e ai diversi Comuni coinvolti, oltre che alla Regione Emilia Romagna, di confermare gli orientamenti presi per sostenere la candidatura Unesco nella formulazione originaria.
Per quanto ci riguarda, come Legambiente, ribadiamo la necessità della rapida definizione del PIAE, prendendo a riferimento lo scenario B dello studio regionale, ossia l’estrazione per un periodo,
comunque significativo superiore ai 10 anni, solo dentro l’area già precedentemente individuata.
In questo ambito le diverse valutazioni, da parte dell’azienda e degli studi commissionati dalla Regione, sulle quantità di materiale estraibile in questo perimetro potranno essere opportunamente verificate, anche tenendo conto delle modalità di scavo, di uso di tutto il materiale, di sistemazione dei gradoni, oltre che di ripristino delle parti dismesse del sito, dando quindi certezze alle giuste preoccupazioni dei lavoratori e dei sindacati.
Perché questo possa avvenire tenendo insieme ambiente, lavoro e transizione ecologica è necessario che la Saint Gobain si irnpegni:
- al massimo utilizzo del cartongesso dismesso all’interno dello stabilimento di Borgo Rivola nell’ambito di progetti sull’economia circolare, la raccolta differenziata nei cantieri edili e già in atto in diverse regioni; auspichiamo che si lavori al fine di massimizzare il recupero del gesso, e perché Borgo Riva diventi uno stabilimento di eccellenza per la produzione di panelli con materia prima seconda;
- diversificare le produzioni, avviando la sperimentazione per riconvertire lo stabilimento nell’arco di questi dieci anni alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie e pratiche per un’edilizia sostenibile, mantenendo stabile l’occupazione territoriale anche dopo la cessazione delle attivité estrattive.