Lo strano caso delle “pure” api liguri a Kangaroo Island
Un “santuario” in pericolo
All’inizio del 2020 apparvero, sulla stampa australiana e, curiosamente, sulla stampa ligure, alcuni articoli dedicati agli incendi che stavano devastando Kangaroo Island, un’isola nel sud dell’Australia di fronte ad Adelaide. Gli incendi sono un evento frequente in Australia, ma quelli di Kangaroo Island si associarono ad un’altra drammatica conseguenza, il possibile sterminio di api ligustiche, l’eliminazione della colonia più pura al mondo di Ligurian Bee.
Alveari bruciati a Kangaroo Island. (ABC News: Casey Briggs)
Oltre un quarto delle colonie di api furono perse e, dato che è vietato l’introduzione di altre colonie proprio per preservare la purezza di quelle presenti nell’isola, la preoccupazione delle autorità locali per la possibile perdita di un patrimonio genetico unico al mondo era pienamente plausibile. Un documento di cronaca che si apre su un’interessante storia iniziata alla fine dell’Ottocento.
The Ligurian Bee Act
Nel 1885 il Governo dell’Australia Meridionale emise “The Ligurian Bee Act”, una legge che vietava l’importazione su Kangaroo Island di api diverse dalle pure “Api Liguri o Italiane”, prevedeva sanzioni e autorizzava gli agenti di polizia ad entrare in qualsiasi abitazione alla ricerca di api diverse da quelle liguri ed a procedere alla loro eliminazione. La legge fu ripresa nel 1931 e confermata nel 1997. Un evento raro, uno dei pochissimi casi in cui si sottoponeva a protezione legislativa un invertebrato esotico definendo una realtà geografica, in questo caso un’isola, per la sua conservazione in purezza, e prevenendo qualsiasi occasione di ibridazione.
Insuperabili api italiane
L’azione legislativa si basava sulla convinzione che Kangaroo Island fosse una sorta di “santuario” dell’ultimo ceppo puro di ape ligure, cioè di Apis mellifera ligustica, importata verso la fine dell’Ottocento e conservatasi geneticamente omogenea, e si poneva l’obiettivo che si continuasse a preservare in purezza le api italiane perché ritenute insuperabili nell’attività di impollinazione, nella produzione di miele ed in grado di tollerare meglio di altre api il lepidottero della cera (Galleria mellonella L. 1758).
Clamoroso falso
Come mettere in discussione una convinzione sancita da un atto legislativo e confermatasi per oltre cento anni? Eppure, recenti indagini molecolari hanno mostrato che le api presenti a Kangaroo Island, tutt’altro che puri ceppi di ape ligustica, sono ibridi tra la razza italiana e quella cosiddetta tedesca (Apis mellifera mellifera) e che, come se non bastasse, le regioni del DNA testate sono risultate statisticamente più vicine alla sottospecie mellifera. Dunque una legislazione secolare basata su una falsa premessa.
Certo, le indagini molecolari sono recenti, posteriori all’ultima emanazione della legge, ma l’indagine storica fornisce sufficienti elementi per ipotizzare che una più attenta analisi non avrebbe potuto che condurre alla stessa conclusione, privando Kangaroo Island di una suggestione che negli anni ha, quantomeno, richiamato un non banale flusso turistico.
La storia dell’introduzione di api in Australia
Frontespizio di: I. Hopkins, Australasian Bee Manual, Gordon & Gotch, Wellington, 1911.
A quanto pare, il manuale Australasian Bee Manual, pubblicato nel 1886 da Isaac Hopkins, capo apicoltore del governo della Nuona Zelanda, rappresenta il riferimento più attendibile in merito all’introduzione di Apis mellifera in Australia: il 1822 fu l’anno nel quale si ebbe il primo insediamento di api, coronato da successo, a Sidney. Ma, importante sottolinearlo, è molto probabile che le api importate dall’Europa appartenessero della sottospecie di ape nera o tedesca e torna utile una cartina politica dell’Australia per seguire gli spostamenti delle colonie di api da uno stato all’altro.
Da: Stefano Grande, Mundi Facies , G. B. Paravia, Torino, 1936, pag. 441.
Da Sidney, le colonie di api nere furono inviate in Tasmania, nel Queensland, nello stato di Vittoria; raggiunsero l’Australia Meridionale, lo stato che a noi interessa, non provenendo direttamente dall’Europa ma, quasi certamente, dalla Tasmania: due alveari di api nere da Launceston nel marzo del 1839. Se alla fine dell’Ottocento un certo Chas Fullwood affermava che le api nere allo stato selvatico si potevano trovare ovunque in Australia è abbastanza sicuro ritenere che le api nere selvatiche fossero ben rappresentate un gran parte dell’Australia già a metà dell’Ottocento.
Api italiane a Kangaroo Island
A differenza della api nere, le api italiane non furono introdotte che a partire dal 1880, con l’importazione di gruppi di regine nel Queensland. E su Kangaroo Island giunsero solo nel 1884, attraverso un intricato passaggio tra apicoltori: nella Pasqua di quell’anno la Chamber of Manufactures in South Australia acquistò presunte api italiane dal già citato Chas Fullwood, il quale aveva portato con sé api italiane acquistate in parte a Liverpool ed in parte in Italia dal signor C. Bianconcini di Bologna.
Da: I. Hopkins, Australasian Bee Manual, Gordon & Gotch, Wellington, 1911, pag. 8.
Anche se non è chiara l’origine delle api, quella appena raccontata è la più antica testimonianza storica dell’introduzione di Apis mellifera ligustica su Kangaroo Island e, da subito, contraddice la visione popolare scontrandosi con la presenza, a Penneshaw, di una targa commemorativa vicino nella quale si afferma che “… August Fiebig introdusse la api liguri dall’Italia nel 1881 …”.
Da: Il Milione, Vol. XV, Oceania, Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1965, pag. 49.
Fu proprio in quell’anno, il 1884, che la neonata South Australian Beekeepers’ Association (SABA) presentò un’istanza affinché il Parlamento dello Stato emanasse una legge per impedire l’importazione di api nere su Kangaroo Island, in modo tale da rendere l’isola il luogo ideale per la produzione di regine italiane. Niente altro che aneddotiche ragioni, fornite solo da apicoltori e appassionati di api, furono alla base dell’emanazione della legge.
Curiosamente, durante i decenni che si succedettero dopo la promulgazione della legge, sembra che in pochi abbiano sfruttato a Kangaroo Island la favorevole situazione: la possibilità di produrre api regine di pura razza italiana non stimolò la creazione di strutture commerciali e l’idea venne quasi dimentica, almeno se si fa riferimento agli articoli della stampa locale e dei funzionari che rimproveravano gli isolani di non aver saputo approfittare di quel “santuario”.
Nel 1931 l’idea di sviluppare su Kangaroo Island apiari per la produzione di api regine italiane venne ripresa dal governo dell’Australia Meridionale e nel 1939 furono inviati due ispettori: il signor Masterman, ispettore apistico, visitò l’isola scoprendo che le api si trovavano in ogni parte dell’isola in centinaia di sciami naturali, sugli alberi e all’interno delle grotte, che erano di colore omogeneo ed alquanto docili; l’anno successivo fu la volta di un altro ispettore apistico, Arnold Ophel, il quale si convinse che le api di Kangaroo Island fossero di “un ceppo insuperabile” e che un piano di allevamento di api regine si sarebbe tradotto in “uno degli eventi più importanti nella storia dell’apicoltura”; nel 1944 Ophel avviò il programma statale di allevamento delle api regine nel Parco di Flinders Chase, in una zona che fu conosciuta come la “fattoria delle api”. Il programma proseguì fino al 1958, quando un incendio devastante distrusse le risorse floreali e le colonie furono vendute ad apicoltori dell’isola. Tuttavia, il fatto che lo stato centrale avesse programmato un intervento di allevamento proprio sull’isola, rafforzò, anche tra le giovani generazioni di apicoltori, l’idea che lì prosperasse uno speciale ceppo di api.
Ibridazioni
E siamo arrivati alla questione dirimente, e cioè a quella relativa al livello di ibridazione della api di Kangaroo Island. Se è possibile supporre che le api giunte sull’isola provenienti da Bologna fossero geneticamente omogenee, è altrettanto possibile ritenere che le colonie di api italiane provenienti dal Regno Unito, oppure dalla Germania e dagli Stati Uniti, presentassero una maggiore variabilità genetica. Ma sull’isola giunsero anche, sul finire dell’Ottocento, presunte api italiane allevate da anni nel Queensland, regione nella quale l’ape nera era diffusa e preponderante e, poiché, l’inseminazione artificiale non era disponibile in quel periodo, le supposte regine italiane non poterono non accoppiarsi con fuchi di differenti razze, introducendo, inevitabilmente, materiale genetico ibrido. Oltre a ciò, è impossibile escludere che su Kangaroo Island fossero presenti colonie importate di api nere: a quanto pare, un certo John Turner possedeva una colonia di api nere che, sì, fu distrutta nel 1884, ma la pratica di non ostacolare la sciamatura per riprodurre le colonie era comune in quegli anni. In un documento statale, allegato alla procedura per la stesura della legge del 1885, si legge: “sembra che anni fa siano state introdotte alcune api nere sull’isola, ma da qualche tempo si sono estinte tutte“; come potessero esserne sicuri, tenendo presente che Kangaroo Island è un’isola di dimensioni rilevanti e che, soprattutto, allora risultava coperta da una fitta vegetazione in molte parti inaccessibile, solleva qualche dubbio. In definitiva, l’assenza di api nere sull’isola non poteva essere confermata con certezza.
Ligustana o melliferana?
I più recenti studi genetici sulle colonie di api di Kangaroo Island conducono a risultati che concordano con la ricognizione storica delle varie introduzioni di ceppi di api in Australia: anche sull’isola dei canguri si ebbe una iniziale fondazione dell’apicoltura con l’introduzione di colonie di Apis mellifrera mellifera, e solo in seguito si ricorse all’introduzione mirata di api italiane. È comunque sorprendente l’aver scoperto che mentre una specie endemica di invertebrati debba essere descritta scientificamente per poter essere protetta dalla legge, una sottospecie di api esotiche è stata protetta su Kangaroo Island per oltre 100 anni semplicemente sulla base di dicerie ricorrenti tra appassionati di api e funzionari statali non sempre rigorosi nelle loro ispezioni.
L’articolo dal quale abbiamo ricavato le informazione sul grado di ibridazione delle api presenti a Kangaroo Island venne pubblicato su Austral Entomology nel 2015, eppure, ancora nel 2020, sui giornali si continuava a citare l’isola quale l’ultimo santuario di ape ligure pura. Un’idea di assolutezza non corrispondente al vero e nemmeno facilmente definibile in termini scientifici, che però mantiene un potere evocativo che chissà per quanto si preserverà. E forse non è nemmeno un male, se è vero che l’isolamento a cui la legge ha sottoposto le api dell’isola le ha protette dai numerosi patogeni che infestano gli altri apiari australiani.
[Tutte le informazioni contenute in questo articolo sono tratte da: “Curious case of the Kangaroo Island honeybee Apis mellifera Linnaeus, 1758 (Hymenoptera: Apidae) sanctuary” di Richard V. Glatz, pubblicato su Australian Entomology, (2015) 54, 117-126].