I rifiuti a Faenza prima della transizione
Anche a Faenza, da qualche settimana, si sta attuando la transizione della gestione dei rifiuti verso il sistema definito porta a porta a tariffa puntuale, perché così è previsto dalla legge regionale e, salvo un ennesimo e inauspicato rinvio, il passaggio dovrebbe concludersi entro la fine del 2024. Meno di due anni per rivoluzionare le abitudini dei cittadini di Faenza.
Se è intempestiva ogni valutazione sul procedere della transizione, una notazione sulla inaspettata differenziata strategia attuata a Faenza ce la concediamo: ci ha sorpreso che nel centro storico l’unica modalità di raccolta porta a porta, e cioè quella dedicata alla carta, sia stata annullata e che tutto il sistema della gestione dei rifiuti sia ritornato allo storico e, da molti ritenuto obsoleto, sistema stradale, insomma quello basato sui cassonetti. Peraltro, poiché alcuni di essi sono stati eliminati, capita con regolarità di trovare, in particolare proprio i cassonetti dedicati alla carta, la domenica sera debordanti di materiali vari disordinatamente mescolati gli uni con gli altri.
Faenza, Via XX Settembre, civico 13, 11 Febbraio 2023, ore 21.40.
Faenza, Via Solaroli, 11 Febbraio 2023, ore 21.25.
Una scelta, quella applicata al solo centro storico, in disaccordo con il nostro banale intuito che ci porta a ritenere la gradualità del passaggio al più elaborato sistema del porta a porta a tariffa puntuale come il sistema più performante. Probabile, allora, che la strategia del salto brusco e tempestivo da un sistema all’altro sia originata da sottili e complesse strategie, che a noi non possono che sfuggire, lungamente ponderate per ottenere la massima efficacia.
Solo ipotesi sul futuro, ovviamente. Concreti e certi invece i dati sul passato, gli ultimi disponibili, quelli che ci permettono di farci una precisa idea su come nel comune di Faenza si è arrivati, in fatto di rifiuti, alla fine del 2021. Un riferimento necessario da cui partire per valutare l’efficienza della transizione.
La fonte da cui abbiamo attinto è il Rapporto della XV edizione dei Comuni Ricicloni dell’Emilia Romagna, curato da Legambiente Emilia Romagna sulla base dei dati forniti da ARPAE e ATERSIR, e pubblicato alla fine dello scorso anno.
La normativa
Nel corso del 2022 è stato approvato il nuovo Piano Regionale Gestione Rifiuti e Bonifiche (PRRB).
Due gli obiettivi: aumentare i livelli di raccolta differenziata al complessivo 80% al 2027, diversificato all’84% nelle aree di pianura, dunque anche a Faenza, al 79% nei capoluoghi e nei comuni della costa adriatica, al 67% sul territorio montano; e diminuire il quantitativo dei rifiuti urbani. Tuttavia, quest’ultimo obiettivo si configura come la diminuzione del 5% del quantitativo di rifiuti urbani prodotti in rapporto al PIL (RUprodotti/PIL), ed in un contesto di crescita economica la riduzione dei rifiuti urbani potrebbe essere inferiore alla percentuale fissata, se non in crescita.
I Comuni che hanno adottato metodologie di tariffazione puntuale sono già riusciti a raggiungere un valore medio dell’83% dei rifiuti conferiti in modo differenziato, con picchi fino al 95%.
Qualche precisazione
Nel presente lavoro, i dati forniti da Arpae sono stati sottoposti a metodi di calcolo differenti da quelli utilizzati dalla Regione Emilia-Romagna: nel calcolo della Raccolta Differenziata si è utilizzato il metodo che non considera nel computo della RD ingombranti ed inerti raccolti in modo differenziato ma non avviati a recupero; inoltre, lo studio si è incentrato sui rifiuti urbani (oggetto del servizio di raccolta pubblico), all’interno dei quali sono presenti non solo scarti da utenze domestiche, ma anche gli scarti da attività economiche che i regolamenti comunali assimilano ai rifiuti urbani. Una situazione normativa attualmente in divenire, ma che spiega gli alti quantitativi di rifiuti urbani pro capite raccolti in Emilia-Romagna, rispetto a regioni con analoghi stili di vita e livelli produttivi. Questi differenti metodi di calcolo comportano una variazione nei risultati rispetto a quelli ufficiali dell’Emilia-Romagna del 6% circa.
Per il calcolo dei valori pro-capite sono stati considerati solo gli abitanti residenti di ogni Comune al 31 dicembre 2021.
Senza nulla togliere all’importanza dei livelli di raccolta differenziata raggiunti nella gestione dei rifiuti, è il quantitativo pro capite smaltito e inviato ad incenerimento o in discarica che ci dice quanto pesano i nostri scarti sull’ambiente: minore risulta il valore, più incisive sono state le politiche di raccolta differenziata e di contenimento della produzione di rifiuti. In talune situazioni la percentuale di raccolta differenziata può essere manipolabile, ovvero innalzata in modo significativo laddove gli inerti, gli ingombranti ed il verde vengano fatti rientrare in questa tipologia, senza che ciò abbia alcuna incidenze sulle abitudini allo scarto delle famiglie.
Gli indicatori
Gli indicatori considerati nelle classifiche, che si rifanno alle considerazioni sopra accennate, sono:
- la quantità di rifiuti urbani totali prodotti;
- la quantità di secco non differenziabile prodotta;
- la percentuale di RD, nella misura in cui ci fornisce l’indicazione sul materiale destinato ad impianti di recupero dove gli scarti possono essere trasformati in materie prime seconde come nuovo vetro, nuova carta, compost.
Confronti
Il compito che ci siamo dati è semplice: mettere a confronto la realtà di Faenza con quelle dei comuni virtuosi che si sono classificati ai primi posti nella classifica dei Comuni Ricicloni del 2021. Riteniamo sia sempre buona cosa aspirare al meglio. I dati riportati sono frutto di una nostra elaborazione basata sull’utilizzo di valori arrotondati, dunque non precisissimi, tuttavia adeguati allo scopo.
1. La quantità dei Rifiuti Urbani Totali
Un parametro di per sé significativo e che lo diviene ancora di più in quanto messo in relazione con la dimensione demografica del comune, con i sistemi di raccolta e con la modalità con cui viene riscosso il tributo (tassa o tariffa).
Comuni sotto i 5000 abitanti
Comuni tra i 5000 e i 25000 abitanti
Comuni sopra i 25000 abitanti
Un valore ragguardevole! Ma che, restringendo il campo alla provincia di Ravenna, potrebbe portare Faenza verso la vetta della classifica, essendo Ravenna a 730 kg/ab/anno, Lugo a 657 kg/ab/anno e Cervia addirittura a 1095 kg/ab/anno. Lo abbiamo già segnalato nei nostri precedenti contributi: nessun comune della Provincia di Ravenna si è mai, nemmeno lontanamente, avvicinato ai vertici delle classifiche dei Comuni Ricicloni. Il migliore comune in Provincia di Ravenna è stato Brisighella con 547 kg/ab/anno ma, a titolo di esempio, la vicinissima Forlì, con oltre il doppio degli abitanti di Faenza, nel 2021 ha registrato uno scarto di rifiuti pari a 474 kg/ab/anno e Carpi, con oltre 70.000 abitanti è sceso a 438 kg/ab/anno; potremmo procedere con altri esempi di emulare.
Notare che, con una sola eccezione, i comuni ai vertici della classifica ricorrono al sistema porta a porta in maggioranza abbinato alla tariffa puntuale.
2. La quantità di rifiuto secco non riciclabile (indifferenziato)
La media dei Comuni della regione è, per questo parametro, pari a 177 kg/abitante annui, secondo l’ultimo report ARPAE) e l’obiettivo del vigente piano rifiuti regionale per il 2027 è pari a 120 kg/abitante.
Comuni sotto i 5000 abitanti
Comuni tra i 5000 e i 25000 abitanti
Comuni sopra i 25000 abitanti
Civitella di Romagna, Carpi e Castelfranco Emilia sempre presenti, tutti i comuni a tariffa puntuale e 109 comuni in regione che già smaltiscono meno di 120 kg/ab/anno contro 72 che non scendono sotto i 300 kg/ab/anno e Faenza che, nel volgere di quattro anni dovrà più che dimezzare la produzione pro capite di rifiuti indifferenziati. Certo, sorprende San Prospero con i suoi 27,9 kg/ab/anno e sempre in miglioramento, circa 10 volte meno che Faenza. Rimanendo in provincia, Ravenna è a 271 kg/ab/anno, Lugo a 262, Cervia a 546, mentre la miglior prestazione spetta a Riolo Terme con 155 kg/ab/anno, comunque al di sopra del limite di legge da raggiungere entro il 2027.
La classifica dei capoluoghi di provincia basata sulla produzione di rifiuti indifferenziabili è un’ulteriore conferma della posizione di retroguardia occupata dalla nostra provincia.
3. Percentuale di raccolta differenziata
Rispetto al limite di legge da raggiungere entro il 2025 e pari all’80% di raccolta differenziata, 111 comuni hanno lo già superato, mentre 105 non hanno nemmeno raggiunto il 60%.
Comuni sotto i 5000 abitanti
Comuni tra i 5000 e i 25000 abitanti
Comuni sopra i 25000 abitanti
Faenza si ritrova in quel 32% dei comuni dell’Emilia-Romagna che non raggiungono una percentuale di raccolta differenziata del 60%, e con 26 punti percentuali di distanza dall’obiettivo del 2025. Ritornando nell’ambito provinciale, Ravenna supera, seppur di poco, Faenza attestandosi al 61%, Lugo si avvicina al 60%, Riolo Terme è il migliore con il 75,3% mentre il peggiore è il comune di Cervia al 47,5%.
I dati per gestore
** Nella performance complessiva di Clara incide negativamente il Comune di Comacchio che vede un netto sbilanciamento tra residenti e presenza turistiche estive, per le quali la pianificazione della raccolta differenziata è più complessa (al 31 dicembre 2020 il Comune registrava 22.081 residenti con 1.333.452 presenze turistiche nei mesi estivi).
Bene precisarlo: Faenza affida la gestione dei rifiuti ad HERA.
Evoluzione delle modalità di raccolta
Evidente la tendenza alla trasformazione del servizio di raccolta stradale verso una modalità mista, cambiamento che ha interessato 21 Comuni.
La tariffazione puntuale
Senza sottovalutare la molteplicità dei fattori coinvolti e la peculiarità di ciascuna situazione locale, è però evidente che l’applicazione di strumenti efficaci che agiscono in modo sinergico tra loro rimane un fattore determinante. E la tariffazione puntuale è riconosciuta essere lo strumento cardine per la corretta gestione dei rifiuti; l’applicazione del principio “più rifiuti smaltisci, più paghi” ha infatti la capacità di incidere e responsabilizzare direttamente singoli cittadini ed imprese per raggiungere alte percentuali di raccolta differenziata, ma stimola anche acquisti più attenti agli scarti finali, incidendo dunque sulla prevenzione dei rifiuti.
Anche la Regione Emilia-Romagna sottolinea gli aspetti positivi della tariffazione puntuale sul suo sito web: “I risultati ambientali raggiunti nei comuni a tributo/tariffa puntuale sono nettamente superiori alla media regionale sia in termine di percentuale di raccolta differenziata, sia in termine di riduzione della produzione del rifiuto e di indifferenziato pro capite”.
Il precedente Piano Regione di Gestione dei Rifiuti e la Legge Regionale 16/2015 avevano previsto che tutti i comuni della regione adottassero la tariffazione puntuale entro fine 2021 ma, come accennato in precedenza, l’arco temporale è stato ampliato al 2024.
La seguente tabella non potrebbe essere più eloquente.
Al 1° gennaio 2022, sono solo 102 i Comuni che hanno adottato questa misura – comunque in aumento rispetto al 2019 – con una rilevante disomogeneità territoriale, oltre che gestionale. Di questi Comuni, 74 si trovano in regime di TCP (tassa corrispettiva puntuale) e 27 in TTP (Tari tributo puntuale). Dal 2021 si sono aggiunti 14 Comuni, tra cui anche quello di Reggio Emilia passata alla tassa corrispettiva comunale.
Solo Alea, Aimag e Clara gestiscono oggi il 100% dei comuni attraverso lo strumento della tariffazione puntuale.
Allegato
Legambiente – Rapporto Comuni Ricicloni 2022 Emilia Romagna