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Gestire meglio i rifiuti può anche essere più economico?

Gestire meglio i rifiuti può anche essere più economico?

 

In due articoli pubblicati quest’anno:

https://www.legambientefaenza.it/rifiuti/2022/03/i-rifiuti-sono-ancora-un-problema-a-faenza-qualche-dato/  

https://www.legambientefaenza.it/rifiuti/2022/05/rifiuti-faenza-non-ha-festeggiato/  

abbiamo cercato di analizzare la condizione del Comune di Faenza in tema di gestione dei rifiuti sia riportando i dati che mettendoli a confronto con altre realtà regionali.

Significativo il paragone con quanto, da qualche anno, succede in numerosi comuni della Provincia di Forlì che si affidano ad Alea per la gestione dei rifiuti. Dati riferiti al 2020.

La ragione: raccolta porta a porta integrale a tariffa puntuale vs sistema di raccolta stradale variamente combinato.

Perché, allora, non transitare rapidamente verso il sistema a tariffa puntuale, verrebbe da chiedersi? Chi potrebbe obiettare che è meglio produrre ogni anno 240 kg di rifiuti da inviare alle discariche oppure all’inceneritore piuttosto che soli 74 kg? Nessuno, crediamo. Ma in quanti, senza averne alcuna competenza, sosterrebbero che sì, l’obiettivo di ridurre i rifiuti è auspicabile, encomiabile, ma i costi … non potrebbero che essere stratosferici. Molti, crediamo, almeno sulla base della nostra circoscritta esperienza. Sembra fatale concludere che ogni iniziativa con l’obiettivo di limitare la nostra pesante impronta ambientale non possa che essere costosa, oppure troppo faticosa, oppure diventare un’imposizione di chi non conosce e non si cura di quanto le comodità siano ormai un elemento irrinunciabile nelle nostre vite.  

Ma è veramente così? Gli abitanti di tredici comuni della Provincia di Forlì, compreso il capoluogo, si sobbarcano, forse, impegni gravosi nella gestione quotidiana dei loro rifiuti e, alla fine di ogni anno, si ritrovano ripagati con costi aggiuntivi rispetto agli abitanti del comune di Faenza?

Ci siamo posti questa domanda da tempo, ma solo ora, grazie al lavoro di analisi e sintesi svolto da Natale Belosi, dell’associazione Rifiuti Zero, che ringraziamo, siamo in grado di fornire qualche risposta documentata.

Lavoro complicato e laborioso quello svolto da Belosi, perché le modalità utilizzate per definire il costo della gestione dei rifiuti variano da comune a comune e perché si sono susseguite nel tempo normative basate su criteri non confrontabili. E lavoro non facile da comunicare.

I costi in quattro realtà regionali dal 2017
Pertanto, per evitarvi la fatica e la noia di affrontare le complicate procedure che hanno preceduto i risultati, presentiamo da subito il dato finale, quello che ci interessa mostrare.

In questa tabella sono riportati i costi per abitante residente, con esclusione dell’IVA, relativi al bacino Alea[1], ai comuni di Faenza[2] e di Lugo[3] e al bacino di Carpi[4].

Il grafico permette di cogliere meglio della tabella le tendenze nelle differenti quattro situazioni messe a confronto e il dato che emerge con chiarezza è che le due realtà con raccolta porta a porta a tariffa puntuale (ALEA e Carpi) mostrano costi per abitante residente inferiori a quelli degli altri due comuni (Faenza e Lugo) che non ricorrono a questa procedura[5].

Lo si vede: a Carpi, nel 2022, ogni abitante pagherà al proprio servizio di gestione rifiuti 43 euro in meno di quanto dovrà pagare un abitante di Lugo, e ogni abitante di Forlì pagherà nel 2022 meno di quanto abbia pagato nel 2017. Tuttavia, qualche considerazione sul grafico non può essere evitata.

a. Nel bacino di Carpi i costi sono costantemente i più bassi e lo sono in modo significativo anche rispetto a quelli del consorzio ALEA, nonostante entrambi ricorrano alla stessa metodologia di raccolta. Dai 44 euro del 2017 ai 30 euro del 2022, la differenza nei costi tra Carpi ed ALEA trova spiegazione in un paio di elementi: la presenza in ALEA di un capoluogo di provincia che implica una raccolta più complessa e maggiori costi unitari; soprattutto, mentre Aimag (il gestore della raccolta rifiuti a Carpi) dispone degli impianti per il trattamento dei rifiuti, compresa la discarica ed escluso l’inceneritore, ALEA non dispone di alcun impianto di trattamento e deve servirsi degli impianti di HERA. La conseguenza, non necessariamente prevedibile, è che il costo del trattamento dell’umido di Aimag è inferiore di almeno il 20% rispetto a quello sostenuto da ALEA.

b. Il calo registrato nelle quattro realtà, seppure con entità differenti, tra il 2020 ed il 2021 è da imputare ai contributi regionali stanziati per contrastare gli effetti economici dovuti alla pandemia da Covid, mentre il consistente calo di ALEA nel 2019, seguito da una quasi altrettanto consistente crescita nell’anno successivo, è stato determinato da una sottovalutazione iniziale del costo dell’evasione coperta con una corrispondente maggiore valutazione nel 2020. Senza questa variazione, dovuta ad una errata valutazione, ALEA mostrerebbe un andamento lineare, che diventa più consistente in termini reali considerando l’inflazione.

c. Seppur di poco (-0,6%), solo il bacino ALEA ha visto i costi diminuire dal 2017 (gestione HERA) al 2022 (gestione ALEA); all’opposto Faenza ha registrato la crescita maggiore (+14,4%).

d. La forte crescita dei costi sia a Faenza che a Lugo è da attribuirsi al passaggio dai costi forfettari della raccolta stradale ai costi della gara aggiudicata per il porta a porta e al fatto che la gara era su un progetto carente per cui è stato subito necessario apportare modifiche aggiuntive (es. raccolta separata di pannolini e pannoloni) raccolta che invece ALEA aveva previsto.

Potremmo anche fermarci qui se non fosse che, come sempre capita, le situazioni sono più complicate di quanto vorremmo e una definizione del metodo che ha portato a questi risultati è dovuta.

Il Fondo Incentivante
Il Fondo Incentivante, un aspetto poco conosciuto tra chi non si occupa a titolo professionale della gestione dei rifiuti, cioè la stragrande maggioranza dei cittadini, e che perciò merita di essere affrontato.

La raccolta
In breve, si tratta di un fondo alimentato con un incremento percentuale dei costi sostenuti da ciascun comune per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati e redistribuito in modo da favorire quei comuni virtuosi nella gestione e nella riduzione dei rifiuti. Fino al 2019 il prelievo era pari al 5% dei costi; nel 2020 e nel 2021 il versamento da parte di ogni comune è stato sospeso; nel 2022 il sistema è stato ripristinato estendendo l’incremento del 5% dal costo dei soli rifiuti indifferenziati a tutti i rifiuti riciclati, quindi anche agli scarti della Racconta Differenziata e le porzioni sempre della Raccolta Differenziata inviate all’inceneritore. Il fondo si compone anche di una parte fissa, corrispondente a 5 milioni annui, proveniente dalla Regione.

La distribuzione
I soldi confluiti nel Fondo sono distribuiti ai comuni nel seguente modo:

  • per il 70%, e in modo progressivo, ai comuni virtuosi che hanno ridotto i rifiuti pro capite non inviati a riciclaggio sotto il 70% della media regionale (linea LFA);
  • per il resto per progetti di trasformazione del sistema di raccolta, prevenzione e riuso (Linea LFB).

Comuni virtuosi? Difficile sbagliare: anche in questo ambito sono generalmente quelli che applicano la tariffa puntuale e, ancora meglio, quelli con raccolta porta a porta integrale, semplicemente perché hanno una quantità minore di materiale indifferenziato e di scarti. Ed infatti, Faenza e Lugo non hanno mai ricevuto incentivi, se non quelli per la trasformazione del sistema di raccolta (LFB) nel 2019, ALEA ha ricevuto nel 2018 i fondi per la trasformazione del sistema di raccolta e poi quelli in quanto comune virtuoso (LFA), infine Carpi ha sempre ricevuti gli incentivi LFA.

I dati sono eloquenti.

2018: costi e incentivi Fondo incentivante

2022: costi e incentivi Fondo incentivante

Se per ALEA e per il bacino di Carpi il Fondo Incentivante si trasforma in un vantaggio economico, per Faenza e Lugo rimane quello che è alla fonte, un mero costo.

Con questi dati a disposizione possiamo togliere sia i costi che gli incentivi del Fondo Incentivante, eliminando qualsiasi interferenza esterna alla dimensione economica delle differenti modalità di gestione rifiuti.[6]

Incremento per abitante residente in Euro e in percentuale, senza IVA e senza Fondo Incentivante

Pur penalizzato dall’azzeramento dall’effetto positivo del Fondo Incentivante, ALEA si dimostra quanto mai competitivo nei confronti di Faenza e Lugo, sebbene questi ultimi siano, all’opposto, avvantaggiati dall’eliminazione del Fondo incentivante:

  • l’incremento di ALEA è stato il minimo in quattro anni;
  • Faenza e Carpi hanno avuto l’incremento massimo, ma Carpi, partendo da una situazione nettamente favorevole, ha mantenuto i costi più bassi;
  • Lugo si interpone tra i due estremi ma avendo i costi iniziali più alti ha mantenuto la situazione di maggiori costi.

Abitanti residenti – Abitanti equivalenti
Fino ad ora i valori forniti e osservati avevano come riferimento il dato relativo agli abitanti residenti in ogni singola realtà. Ma proviamo a considerare, per esempio, Cervia: anche senza avere alcuna conoscenza di come vada la gestione dei rifiuti in quel comune, è ragionevole ritenere che a causa dell’afflusso continuo e rilevante di turisti i costi unitari che ogni abitante deve sostenere per la gestione dei rifiuti, anche dei rifiuti lasciati dai turisti, non possano che accrescersi. E che dire delle città universitarie, di quelle con forti presenze di attività produttive, dei capoluoghi con concentrazioni rilevanti di strutture amministrative pubbliche?

Pertanto, per poter effettuare un confronto dei costi unitari fra comuni che presentano situazioni molto diverse, non paragonabili, è stato introdotto il calcolo degli abitanti equivalenti. Semplicemente, per abitanti equivalenti si intende il numero degli abitanti residenti addizionato del numero stimato di abitanti aggiuntivi derivato dai flussi turistici, dal numero delle seconde case, dalla presenza di sedi universitarie, di attività produttive, ecc. In base a parametri individuati da ATERSIR, tutte le possibili utenze aggiuntive sono trasformate in abitanti equivalenti e ad ognuno di essi sono applicati i valori di produzione media dei rifiuti del comune di riferimento.

In che rapporto si relazionano gli abitanti residenti a quelli equivalenti? In misura rilevante, certamente superiore a quanto ci aspettavamo. Sebbene il dato si caratterizzi per una significativa variabilità, crescendo nei comuni costieri e nei capoluoghi, mediamente in regione si attesta attorno al 60%; vale a dire che per ogni 100 abitanti residenti in un comune medio se ne aggiungono 65.

Nel nostro campione le differenze in percentuale tra residenti e equivalenti sono minime, ulteriore motivo che ne rende plausibile la selezione.

Riprendiamo, dunque, i dati che fino ad ora abbiamo fornito per abitanti residenti trasferendoli ad abitanti equivalenti per scoprire che i cambiamenti sono modesti.

Costi omogenei con esclusione dell’IVA

Incremento per abitante equivalente in percentuale, senza IVA e senza Fondo Incentivante

Regimi tariffari
Sono solo due, ma abbastanza differenti.

TARI: è una tassa con cui si paga il servizio di gestione dei rifiuti, è a carico di tutte le utenze, è gestita dal Comune che la trasferisce al gestore del servizio, IVA compresa, sugli utenti ricade l’intero costo comprendente anche i costi di tariffazione (CARC) e i costi per le utenze insolventi (Acc).

Tariffa corrispettiva: non è una tassa, ma un servizio (come quello della fornitura del gas), le bollette sono emesse dal gestore che ha tra i propri costi anche CARC e Acc, il tutto con l’applicazione dell’IVA che può essere scaricata dalle utenze non domestiche.

Regime tariffario delle quattro realtà analizzate

Entro 2 anni tutti i comuni dovranno passare a Tariffazione Puntuale ma potranno optare fra TARI e Tariffa Corrispettiva, pertanto una parte della TARI sarà calcolata in base ai quantitativi misurati in genere a volume dei rifiuti ed, in particolare, dei rifiuti indifferenziati conferiti da ogni singolo utente.

Metodo di calcolo e di confronto dei dati [7]
Lasciata per ultima, perché più ostica, rimane da affrontare la questione tecnica di come si è proceduto alla rielaborazione dei dati, resa necessaria a causa delle disparità di calcolo applicate in ciascuna delle quattro realtà analizzate.

Innanzitutto il Piano Economico Finanziario (PEF): mentre a Faenza e Lugo è specifico per comune, ALEA presenta un unico PEF per l’intero bacino dei 13 comuni (180.000 residenti, di cui i due terzi risiedono nel capoluogo Forlì), così come il bacino di Carpi-Novi- Soliera (95.000 abitanti dei quali 70.000 risiedono a Carpi).

Inoltre, nel periodo considerato, dal 2017 al 2022, vi è stato il passaggio dal metodo di calcolo regionale ATERSIR di calcolo del PEF al metodo nazionale ARERA, metodi discretamente diversi fra loro.

A loro volta i due i metodi per il calcolo dei PEF non contemplano le stesse voci di costo a seconda che i comuni siano a tassa (TARI) o a Tariffa Corrispettiva.

Metodo ATERSIR

  • Per i comuni a TARI non sono inclusi i costi di accertamento e riscossione bollette (CARC), gli accantonamenti per coprire il mancato pagamento da parte degli utenti insolventi (Acc) e l’IVA. Tali costi ci sono, sono a carico dei comuni che li riversano nelle bollette, ma non compaiono nei documenti ATERSIR.
  • Per i comuni a Tariffa corrispettiva, essendo CARC e Acc gestiti dal gestore, l’unica voce assente è l’IVA.

Dato che il confronto di costi fra diversi comuni è possibile solo a parità di voci di costo, il paragone fra costi di comuni a TARI e comuni a Tariffa corrispettiva non è possibile se non eliminando dai comuni a Tariffa corrispettiva gli importi di CARC e Acc.

Metodo ARERA

  • Per i comuni a TARI sono inclusi tutti i costi, compresi CARC, Acc e IVA.
  • Per i comuni a Tariffa Corrispettiva non è compresa l’IVA, perché detraibile.

Il modo migliore per confrontare i costi effettivamente pagati dagli utenti consisterebbe nell’aggiungere tutti i costi nei comuni a TARI e nel calcolare la sola IVA pagata dai residenti nei comuni a Tariffa Corrispettiva.

Non essendo indicata l’IVA nei comuni a Tariffa corrispettiva si può procedere con una stima presuntiva calcolandola al 10% sui costi operativi (escluso CARC e Acc) e applicandola alla sola percentuale dei residenti rispetto a tutti gli abitanti equivalenti.

Va però precisato che nei PEF del 2020 e 2021 gli incentivi del fondo incentivante della legge 16/2015 sono in gran parte stati sospesi e sostituiti con sovvenzioni regionali a pioggia, che per i comuni non virtuosi hanno portato ad una riduzione dei PEF, mentre a volte per i comuni virtuosi non hanno compensato neanche gli incentivi tolti. Conseguentemente, i dati di questi 2 anni, ed in particolare quelli relativi al 2021, debbono essere considerati fuori norma per tutti i comuni.

Confronti
Due sono i metodi di calcolo riportati in questo articolo, entrambi basati su costi contenenti le stesse voci e pertanto confrontabili tra tutte le realtà analizzate.

  1. Costi che comprendono CARC e Accantonamenti ma non l’IVA. Per i primi anni (dal 2017 al 2019 per Faenza e Lugo e dal 2017 al 2018 per ALEA) queste voci sono state stimate prendendo per Faenza e Lugo gli importi medi di tali voci presenti nei PEF degli anni successivi prima dell’affidamento del nuovo servizio (anni 2020-2021), per ALEA la media di queste voci dal 2019 al 2022, essendo modificato il servizio già dal 2019.
  2. Confronto costi per residente fra il 2018 e il 2022 senza i costi per il Fondo incentivante, senza gli incentivi del fondo incentivante e senza IVA.

È stato escluso il confronto con l’IVA inserita nei costi dato che entro 2 anni tutti i comuni presi in considerazione applicheranno la Tariffa Corrispettiva puntuale in cui l’IVA sarà pagata sostanzialmente solo dalle utenze domestiche la cui percentuale sul totale degli abitanti equivalenti non è molto diversa fra i comuni e bacini considerati.

Si segnala un dato anomalo per Faenza nell’anno 2022. L’IVA non deducibile è presente ma risulta (1,8%)  molto inferiore al 10% e molto inferiore agli anni precedenti.

 

 

 

[1] ALEA comprende i comuni di: Forlì, Bertinoro, Castrocaro, Civitella, Dovadola, Forlimpopoli, Galeata, Meldola, Modigliana, Portico e San Benedetto, Predappio, Rocca San Cassiano, Tredozio. Dal 2020 il sistema di raccolta è del tipo porta a porta integrale (escluso il vetro) a Tariffa Corrispettiva e Puntuale.

[2] Faenza: gestore HERA, sistema di raccolta in trasformazione verso un porta a porta misto (porta a porta indifferenziato, umido e stradale vetro, plastica e carta, alcune zone porta a porta integrale), TARI non puntuale, forse Tariffa Corrispettiva non puntuale.

[3] Lugo: gestore HERA, sistema di raccolta in trasformazione verso un porta a porta misto (porta a porta indifferenziato, umido e stradale vetro, plastica e carta, alcune zone porta a porta integrale), TARI non puntuale.

[4] Bacino di Carpi (Carpi, Novi di Modena, Soliera): gestore AIMAG, porta a porta integrale (anche plastica), Tariffa Corrispettiva e puntuale.

[5] I dati relativi al 2022 sono stati presi dai PEF (Piano Economico Finanziario:  il costo dettagliato del servizio di Igiene urbana approvato dall’Autorità ATERSIR) deliberati da ATERSIR con metodo ARERA a cui è stata tolta l’IVA; inoltre, agli stessi valori, per il secondo confronto, sono stati tolti i costi e gli incentivi del Fondo Incentivante 2022 così come da delibera ATERSIR.

[6] Si è ritenuto di prendere a confronto il 2018 e il 2022 perché:

  • ALEA nel 2018, primo anno di esercizio, non aveva ancora introdotto modifiche al sistema di raccolta rispetto al precedente gestore HERA se non in modo marginale;
  • I costi del 2020 e 20222 con la parziale sospensione del fondo e con gli interventi esterni non sono confrontabili;
  • nel 2019 i costi di accantonamento ALEA erano sottostimati e sono stati recuperati nel 2020.

[7] Atti ATERSIR di riferimento: CAMB/2017/27 del 24 marzo 2017, CAMB/2017/26 del 24 marzo 2017, CAMB/2017/17 del 15 marzo 2017, CAMB/2018/12 del 19 febbraio 2018, CAMB/2018/11 del 19 febbraio 2018, CAMB/2018/80 del 10 dicembre 2018, CAMB/2018/9 del 19 febbraio 2018, CAMB/2019/8 del 29 gennaio 2019, , CAMB/2019/14 del 5 febbraio 2019, CAMB/2020/83 del 21 dicembre 2020, CAMB/2020/29 del 14 luglio 2020, CAMB/2020/68 del 11dicembre 2020, CAMB/2021/36 del 18 giugno 2021, CAMB/2021/19 del 7 giugno 2021, CAMB/2021/26 del 7 giugno 2021, CAMB/2021/26 del 7 giugno 2021, CAMB/2022/19 del 27 aprile 2022, CAMB/2022/48 del 17 maggio 2022, CAMB/2022/20 del 27 aprile 2022.

 

Gestire meglio i rifiuti può anche essere più economico? ultima modifica: 2022-10-12T17:52:46+00:00 da Giorgio Della Valle

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