ACCORDO SUI RIFIUTI SPECIALI IN REGIONE: LEGAMBIENTE CRITICA BONACCINI E LA RONTINI
Legambiente su accordo rifiuti speciali tra Regione e Associazioni di categoria
Esiste un problema nazionale ma non può avere solo un approccio economico: gli impianti di smaltimento hanno ricadute su tutti, dunque se ne discuta nelle sedi pubbliche e con dati alla mano, non in accordi separati con il modo produttivo
Bonaccini coinvolga i territori e chieda alle imprese impegni concreti di riduzione rifiuti e di economia circolare
Legambiente interviene sulla notizia di un accordo per la gestione dei rifiuti speciali firmato da Bonaccini e rappresentanti del mondo economico. “Un accordo i cui contenuti auspichiamo vengano diffusi al più presto anche al resto della società regionale” segnala Legambiente.
I rifiuti speciali sono entrati da poco nel dibattito pubblico, ma sono in realtà la parte preponderante dei nostri scarti: nel 2016 oltre 8,5 milioni di tonnellate, contro i quasi 3 milioni di RSU in regione. Quantitativi peraltro in crescita rispetto agli anni della crisi economica. Negli ultimi mesi se ne è parlato spesso, sia perché entrati nel dibattito sugli impianti di smaltimento (il forno di Parma, un revamping a Ravenna, le richieste per le discariche di Imola, Castel Maggiore, Baricella) sia perché colpiti anch’essi dal blocco di importazioni dalla Cina. Un blocco che ha evidenziato soprattutto una carenza nazionale del sistema impiantistico di riciclo e del mercato delle materie prime di recupero.
“Esiste un problema legato ai rifiuti speciali ed agli impianti di riciclo, che anche noi abbiamo evidenziato nell’ultimo Ecoforum – commenta a caldo l’associazione – ma le modalità unilaterali adottate per affrontare la questione sono preoccupanti. Il problema dei rifiuti speciali è certamente un tema da affrontare ma è bene ricordare che se tocca le imprese sul versante economico, le ricadute del sistema di gestione sono collettive: riguardano tutti i cittadini, a cominciare dagli smaltimenti in discarica e negli inceneritori”
“Se aggiungiamo che alcuni di questi impianti – continua Legambiente – sono stati pagati con le tariffe dei cittadini risulta difficile comprendere le modalità di interlocuzione che la Regione sta portando avanti. Già avevamo stigmatizzato la scelta del presidente della Commissione Ambiente Rontini di organizzare, a novembre, una seduta di confronto coinvolgendo esclusivamente le forze economiche ed i gestori degli impianti”.
L’associazione conclude, auspicando che qualsiasi decisione sul tema passi per un confronto pubblico sui dati dei rifiuti speciali regionali e processi democratici.
Inoltre avanza la richiesta al Presidente Bonaccini di pretendere dalle associazioni di categoria un piano di riduzione dei rifiuti a smaltimento responsabilizzando il mondo economico anche sulle priorità di gestione rifiuti che devono valere come per i cittadini: la prevenzione ed il riciclaggio.
Bologna, 19 dicembre 2018
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