In bici per Faenza – Aggiornamento 2022-2023 (II)
Ciclopedonale di Via Pana e di Via Bisaura
La probabile storia
Sappiamo che questa pista ciclopedonale è stata realizzata 10 anni fa e che, unitamente al nuovo ponte sull’autostrada, rientrava tra le opere richieste dal PRG ed era a carico di chi avrebbe realizzato l’outlet “Le Perle” con i suoi 70 spazi commerciali.
Pianificata, riteniamo, per alleggerire il traffico su auto che l’edificazione del centro commerciale avrebbe comportato, forse non fruibile in tutta la sua lunghezza, oggi attraversa zone che conservano il simulacro degli splendori urbanistici ipotizzati: enormi edifici abbandonati e fatiscenti, ancor più enormi parcheggi (2500 posti auto) in cui la vegetazione tenta di riprendersi luoghi che le sono stati sottratti, recinzioni interrotte, segnali stradali divelti, sbarre elettrificate per regolare il traffico in luoghi incongrui.
In questo contesto la pista ciclopedonale, peraltro ben progettata e realizzata, non è segnalata da alcun cartello e corre su un ponte, quello che sovrappassa l’autostrada, interdetto al traffico veicolare fino a poco tempo fa. Un anno fa, nel marzo del 2023, quando il ponte non era ancora fruibile al traffico veicolare, percorremmo la ciclopedonale e l’assenza di segnali di interruzione e di blocchi di ostruzione ci portarono a ritenere che il transito non fosse vietato ai ciclisti ed ai pedoni e che, quindi, il ponte fosse già stato oggetto di collaudo come riportato dalla stampa nel 2021 in occasione della annunciata ripresa dei lavori. Le successive foto, che risalgono al marzo del 2023, documentano la situazione che incontrammo un anno fa.
Interruzione della carreggiata stradale, ma nessun segnale di interruzione della pista ciclopedonale. Dunque, la percorremmo.
Anche in corrispondenza dell’accesso opposto, al di là dell’autostrada, nessun intervento che portasse a sospettare un divieto di transito per le bici e i pedoni.
La mappa
Vediamola, dunque, per come si presenta oggi, inquadrandola in una mappa che illustra la zona di riferimento con, in evidenza, la porzione commerciale a nord dell’autostrada e la zona industriale a sud.
In questa ampia porzione del territorio faentino si snoda la ciclopedonale.
https://connect.garmin.com/modern/activity/10764616176?share_unique_id=26
Il percorso
Proviamo a raccontarlo con una successione di foto, partendo dal punto in cui si origina in Via Pana e proseguendo per Via Bisaura, fino alla rotonda che immette nella zona commerciale. Niente è cambiato rispetto ad un anno fa: lo stesso segnale, con la stessa angolazione, che indica una interruzione non più valida. La foto di un anno fa, il 2023,
e quelle attuali, fine marzo 2024.
Curioso che il cartello non sia stato sostituito. O, in media, il sistema di ciclopedonali non è ai vertici delle preoccupazioni dell’Amministrazione comunale oppure, nello specifico, si ritiene questa ciclopedonale talmente irrilevante da non avvertire nemmeno la necessità di segnalarla.
Comunque sia, proseguiamo,
costeggiando la rotonda stradale
verso il cavalcavia.
Sul cavalcavia la ciclopedonale è stata progettata sufficientemente larga da permettere il comodo passaggio di due ciclisti. Ben altra soluzione rispetto alla pista che percorre il cavalcavia autostradale in direzione di Granarolo.
Risulta essere anche ben curata.
Lasciamo il cavalcavia e proseguiamo in discesa lungo l’altra rampa di accesso.
Iniziamo a muoverci lungo Via Bisaura,
e, dopo alcune centinaia di metri, incontriamo la prima interruzione,
che si affaccia sul nulla. Tuttavia, immaginiamo che con spirito lungimirante i cartelli di interruzione del flusso ciclopedonale siano stati messi in previsione di un vorticoso traffico automobilistico e motociclistico connesso al futuro rilancio delle strutture fantasma presenti nella zona.
Proseguiamo lungo la Via Bisaura,
con alla destra le fantastiche visioni di edifici ormai dedicati a sé stessi,
e incontriamo la seconda interruzione in corrispondenza con l’ingresso del mai completato centro commerciale.
Attraversiamo Via Bisaura, ovviamente dando la precedenza agli autoveicoli sopraggiungenti,
e proseguiamo verso la zona commerciale, incontrando due situazioni solo apparentemente marginali.
La prima,
e la seconda.
Si direbbero molto simili, trattandosi in entrambi i casi dell’ingresso a due aziende agricole. Ma, mentre nel primo caso non sono posti i soliti cartelli che segnalano l’interruzione della pista, nel secondo caso sì.
Come non ritenere le due scelte quantomeno non proprio rispondenti ad una pianificazione coerente?
Interessante notare che questo cartello di interruzione era già in loco lo scorso anno, l’unico cartello verticale presente in tutto il percorso fino ad allora, segno evidente di una forte preoccupazione dettata da un inevitabile caotico passaggio di mezzi agricoli!
Finalmente ci avviamo alla fine del percorso,
con l’arrivo alla rotonda che immette nella zona commerciale e collega la nostra pista ciclopedonale con quelle che si innestano nella pista che collega Faenza con Granarolo,
ovviamente con interruzione della pista ciclopedonale, la quarta interruzione incontrata dal suo inizio.
Un’ultima considerazione: se nell’altro inizio della pista rimane attivo un cartello di divieto di accesso, in questo inizio forse una segnalazione più efficace potrebbe, chissà, meglio rendere fruibile la pista.
In definitiva, un contesto che ci ha sorpreso e che non può che sollecitare domande.
Partendo dai fatti: una pista ciclopedonale, scelta corretta in un contesto non urbano, a nostro parere; lunga oltre 1500 metri; ben studiata e ben realizzata sia nelle sue dimensioni che nella scelta dei materiali; che pur originandosi nel nulla, si connette ad una rete di ciclopedonali collegate tra di loro e unite alla ciclopedonale che unisce Faenza e Granarolo; tuttavia, di fatto, povera di efficaci e visibili segnali che ne attestino l’esistenza – con l’eccezione di uno che ne nega l’esistenza –, elemento sorprendente se solo si considera la pletora di cartelli che saturano il centro di Faenza.
Abbiamo segnalato in premessa che questa ciclopedonale rientra tra le opere compensative previste per poter realizzare l’imponente centro commerciale mai decollato e il cui ricordo è attestato dalla desolante presenza di edifici fatiscenti. Vicende societarie e il mutato contesto economico hanno portato alla sospensione dei lavori, in attesa di un futuro rilancio.
Si apprende dalla stampa che la struttura sarà completata con un minor numero di attività commerciali ma con spazi dedicati al mito dei motori, quanto basta per portarci a supporre che, anche qualora si affermassero, difficilmente richiameranno amanti della mobilità sostenibile.
Dunque, che destino potrà avere questa inaspettata ciclopedonale?
Qualora il centro commerciale non venisse più completato a chi sarà intestata la proprietà della pista e la viabilità connessa? È destinata all’incuria e al suo progressivo disfacimento? Oppure, esiste un’idea, un progetto per la sua futura fruizione in qualche cassetto dell’ufficio tecnico comunale? E’ razionale pensare di inserirla in un contesto articolato e integrato di ciclabili per chi si muove in bici da e verso la zona industriale?
Ipotizziamo: una prosecuzione in via Pana, l’allaccio alla precaria ciclopedonale in Via della Punta che potrebbe essere rilanciata e, infine, un collegamento alla ciclopedonale che collega Faenza a Granarolo potrebbe concludersi con la creazione di un anello ciclabile attorno alle zone commerciali e industriali?
Nota. Le foto risalgono al marzo 2023 e alle ultime due settimane del mese di marzo 2024.
> Link alla pagina contenente i dati del censimento aggiornato delle ciclopedonali a Faenza.
https://www.legambientefaenza.it/mobilita/ciclabili-a-faenza/2019/11/in-bici-per-faenza-2/