La scomparsa di Massimo Scalia
Massimo Scalia, uno dei padri dell’ambientalismo italiano e una delle menti che hanno portato il movimento antinucleare alla vittoria in due referendum, è scomparso improvvisamente.
Il ricordo di Legambiente
Ciao Massimo
Con profonda tristezza ci uniamo al cordoglio per la perdita di Massimo Scalia, co-fondatore di Legambiente e instancabile sostenitore della nostra battaglia antinucleare.
La scomparsa improvvisa di Massimo Scalia ci addolora e ci coglie impreparati. Le sue competenze hanno fatto la storia dell’ambientalismo in Italia, dato forza e concretezza alla nostre battaglie per lo sviluppo sostenibile. La sua dedizione alla causa rimarrà sempre nel nostro cuore.
Docente di Fisica Matematica all’Università “La Sapienza”, leader del movimento antinucleare e attivo protagonista dei due referendum contro l’energia nucleare, ha prodotto per Legambiente, insieme a Gianni Mattioli, il primo piano energetico nazionale di un associazione ambientalista.
Massimo ci mancherà tanto.
La biografia
Docente di Fisica Matematica all’Università “La Sapienza”, leader del movimento antinucleare e attivo protagonista dei due referendum (1987, 2011) contro l’energia nucleare, ha prodotto per Legambiente, insieme a Gianni Mattioli, il primo piano energetico nazionale di un associazione ambientalista (1981) ed è stato direttore editoriale di Quale Energia (1981 – 1992). Cofondatore di Legambiente e dei Verdi è stato parlamentare alla Camera dei Deputati (1987 – 2001), dove ha promosso la legislazione su fonti rinnovabili e risparmio energetico (Leggi 9 e 10 del 1991) e sul bando dell’amianto (1992). Per due legislature (1995 – 2001) è stato presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle “ecomafie”. Studioso della teoria dei Sistemi Dinamici (biforcazione, caos deterministico) ha teorizzato, da prima di “Abrupt Climate Change” (2002), il cambiamento climatico come passaggio all’instabilità. Presidente del comitato scientifico di Legambiente dal 2001 al 2004, ha fatto parte, dopo la ribellione di Scanzano Jonico, della commissione nazionale per la sicurezza nucleare (2004 – 2006). Presidente della commissione per il piano energetico della Regione Lazio (2007 – 2009), copresidente del comitato scientifico della campagna UNESCO 2005 – 2014 per l’educazione allo sviluppo sostenibile, è stato perito di parte civile nel processo che ha condannato in primo grado gli AD di Enel per il disastro ambientale della CTE di Porto Tolle (2014). E’ attualmente coordinatore della sezione Bioelettromagnetismo del CIRPS e della commissione scientifica sul decommissioning degli impianti nucleari, presieduta da Giorgio Parisi.
La testimonianza di Stefano Ciafani
“Sono onorato”. Con queste due parole, dette con la sua voce inconfondibile, Massimo mi ha risposto un mese fa quando lo chiamai per chiedergli se avesse voglia di stare nella lista dei delegati, da eleggere in rappresentanza dei soci nazionali, al nostro XII congresso nazionale, tenutosi a Roma due settimane fa. Con la stessa generosità, la scorsa primavera mi rispose “sì, lo faccio volentieri” alla richiesta di scrivere per Nuova Ecologia il suo ricordo sulle tappe che portarono alla nascita dell’allora Lega per l’ambiente, dalle assemblee a “La Sapienza” alle manifestazioni anti nucleare. E che abbiamo inserito anche nella pubblicazione La nostra storia regalata agli ottocento delegati di Roma.
Massimo l’ho sempre conosciuto così: attaccato alla maglia associativa e sempre disponibile per l’associazione che aveva contribuito a fondare. È sempre stato un indomito difensore del “popolo inquinato” e del modello energetico libero dalle fossili e dal nucleare.
Ho alcuni ricordi di quando era presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul Ciclo dei rifiuti e della sua partecipazione alla nostra festa organizzata nel 2015 alla Casa del Jazz di Roma per salutare l’approvazione della legge con cui i delitti ambientali entravano nel codice penale, per cui anche lui si era battuto in Parlamento quando era deputato. Ricordo molti aneddoti di quando andavamo in giro per l’Italia per partecipare alle iniziative dell’associazione per fermare la seconda volta il nucleare col referendum del 2011. Ricordo anche l’ammirazione che provavo per i suoi interventi schietti, senza giri di parole, nel nostro direttivo nazionale, a partire dal 2007, quando ne entrai a far parte anche io.
Massimo è stato un grande legambientino. Sarà per sempre una colonna del Pantheon associativo. E ci mancherà davvero tanto.