Incendio alla Lotras System: cronologia essenziale
Venerdì 9 Agosto
All’una di notte inizia a divampare un incendio nelle strutture gestite dalla Lotras System, azienda di logistica, in Via Deruta, e in poche ore è distrutto un capannone di 21.000 metri quadri nel quale erano depositate ingenti quantità di materiali vari tra cui oli alimentari, ceramiche, componenti per autovetture e altri prodotti in materiale plastico.
L’incendio coinvolge anche i mezzi di trasporto parcheggiati presso il magazzino e l’esplosione dei serbatoi di carburante si farà sentire a distanza.
Dal magazzino si solleva un’enorme colonna di fumo densa e nera che, per almeno 48 ore, si mantiene ad un’altezza di circa 250-300 metri dal terreno, rendendosi visibile a decine di chilometri di distanza.
Si ritiene che la dispersione degli inquinanti generati dalla combustione si sia estesa ad una zona ampia, con una ricaduta al suolo a concentrazioni non elevate (valutazione del Servizio Sanitario Regionale, contenuta nel rapporto finale).
A quell’ora il magazzino era fortunatamente deserto.
Nei momenti di massimo lavoro nell’impianto operavano fino a 100 addetti.
L’area e gli impianti sono presto posti sotto sequestro da parte della magistratura indagante.
Sulle cause dell’incendio vige la massima cautela, sebbene non sia esclusa l’ipotesi di incendio doloso.
Armando De Girolamo, l’imprenditore foggiano titolare della Lotras System, dal 2015 operativa a Faenza, in una intervista rilasciata al quotidiano Il Resto del Carlino afferma che
- nella notte oltre agli allarmi antincendio si sono azionati anche quelli antintrusione;
- gli impianti antincendio erano stati rinnovati da pochi giorni e disponevano di tutte le certificazioni possibili;
- nell’impianto non si faceva produzione e le possibilità di un’autocombustione erano pressoché nulle.
Fin dai primi momenti dell’innesco dell’incendio intervengono squadre di Vigili del Fuoco di tutta la Romagna e da Bologna e sono utilizzati anche mezzi speciali.
Durante la notte tra Giovedì 8 e Venerdì 9 i Vigili del Fuoco lavorano con mezzi pesanti (escavatori con pinza taglia-cemento) per entrare nel capannone e, alle 7.00, il fabbricato risulta tagliato in due dal lato corto verso l’autostrada.
Non appena lanciato l’allarme, l’Amministrazione comunale attiva il Centro Operativo Comunale (COC). Nella tarda mattinata, considerando la gravità dell’evento, la Prefettura esautora l’Amministrazione comunale ed attiva il COM (Centro Operativo Misto), un tavolo tecnico che coinvolge diversi enti, fra cui l’Amministrazione comunale nella persona del sindaco.
Arpae interviene per effettuare le prime analisi sulla qualità dell’aria.
Per monitorare l’aria e valutare l’impatto dell’incendio sulle zone abitate, Arpae, basandosi su informazioni fornite in giornata dalla Sala Operativa del Servizio Meteorologico di Arpae, posiziona due campionatori ad alto volume dedicati alla raccolta del particolato disperso nell’aria (PM 10):
- a Faenza, all’interno della Scuola “Don Milani”, in Via Silvio Corbari, 92;
- a Forlì, in Via Carpegna, 4.
I campionamenti hanno avuto inizio nella stessa giornata in cui si è innescato l’incendio.
Si precisa che, attualmente, in Emilia-Romagna, è presente un campionatore per provincia che deve rimanere disponibile per necessità della zona, in altre parole che può operare solo entro i confini provinciali.
La Protezione Civile, passando casa per casa nell’area circostante il luogo del rogo, consegna mascherine e comunica ai residenti quali precauzioni rispettare.
Il comunicato ARPAE, relativo al 9 Agosto, segnala che:
- sono state effettuate misure attorno allo stabilimento Lotras per rilevare la presenza di acido cloridrico e ammonica, e nessuna di queste sostanze è stata rilevata presente nell’aria;
- la centralina posizionata nel Parco Bertozzi a Faenza, nella mattinata del 9 agosto, non ha evidenziato per gli NOx (indicatori di combustione) valori anomali rispetto ai giorni precedenti. Il dato del PM 10 di Venerdì 9 Agosto è stato di 29 microgrammi/m3, rispetto ai 26 e ai 24 dei due giorni precedenti; il limite di legge, da non superare per più di 35 giorni all’anno, è di 50 microgrammi/m3.
- il mezzo mobile situato a Bagnacavallo ha fornito dati massimi di NOx, CO e benzene superiori ai giorni precedenti, ma comunque entro i limiti di legge;
- sono in essere campionamenti per la ricerca di diossine/furani, idrocarburi policiclici aromatici e metalli a Faenza e Forlì, che richiederanno almeno 12 ore e che saranno seguiti dalle analisi con strumentazione specifica;
- le ricadute dei fumi sono state in prevalenza, nelle ore successine all’innesco dell’incendio, orientate verso la città di Faenza e verso l’Appennino;
- in collaborazione con il Comune di Faenza ed il Consorzio di Bonifica si è attivato un piano per intercettare gli inquinanti presenti nelle acque in uscita dall’area dell’incendio.
Nel pomeriggio del 9 agosto il Sindaco Malpezzi, presenti le istituzioni coinvolte, comunica che è stata completata la valutazione della situazione:
- i rilievi dell’ARPAE non hanno evidenziato la presenza nell’aria di sostanze inquinanti;
- sentito il parere dell’ASL, non si pone la necessità di evacuare case e aziende, se non quelle poste a ridosso dell’incendio;
- vale il principio di precauzione e, pertanto, si invitano i cittadini a tenere chiuse le finestre, restare il più possibile all’interno degli edifici e lavare accuratamente, nei prossimi giorni, frutta e verdura prodotta nel territorio comunale;
- si pone il problema di evitare che gli olii depositati nel magazzino, assieme all’acqua ed agli schiumogeni lanciati sulle fiamme, possano finire sia nelle fogne, mettendo in difficoltà il sistema di depurazione di Via Formellino, sia giungere, tramite il canale scolante, il fosso Vetro, al Canale Emiliano Romagnolo, fino al mare, con gravi conseguenze per l’intero complesso irriguo delle campagne.
Sabato 10 Agosto
L’incontro del gruppo di coordinamento istituzionale comunica che l’incendio è, di fatto, stato domato, ma che lo spegnimento completo richiederà altri 6-8 giorni di interventi, in quanto la persistenza di alcuni focolai nella zona centrale della struttura fa sì che la combustione si esaurisca con lentezza.
La combustione è, nella giornata, senza fiamma viva, produce un fumo chiaro, in prevalenza composto da vapore acqueo che, per le basse temperature, si diffonde negli strati più bassi dell’atmosfera, in prossimità del suolo. Ciò potrebbe comportare, per la presenza di aldeidi a bassa concentrazione e non pericolose, e a causa delle condizioni di alta pressione e presenza di brezze, la diffusione di odori fastidiosi anche a ragguardevoli distanze.
Il comunicato ARPAE, in merito all’analisi dell’aria e delle acque, riporta che:
- “I dati di sabato 10 agosto delle stazioni di monitoraggio della qualità dell´aria nei dintorni dell´incendio al magazzino Lotras System di Faenza sono sostanzialmente allineati con i valori dei giorni precedenti e delle altre stazioni della rete di monitoraggio. Il valore di PM10 nella stazione Faenza – Parco Bertozzi è leggermente inferiore a quello del giorno precedente (24 microgrammi/mc). Per gli ossidi di azoto i valori sono bassi e senza variazioni.
- Il laboratorio mobile situato a Bagnacavallo rileva un trend in abbassamento dei valori di NOx. Non si evidenziano variazioni per il monossido di carbonio. Il benzene ha mostrato dei valori in leggero aumento nelle ore notturne (intorno alle 2:00-3:00), anche se ben al di sotto del valore di 5 microgrammi/mc (valore limite su base annuale). Il valore del PM10 risulta di 25 microgrammi/mc ed è in linea con i dati dei giorni precedenti.
- Sono in corso le analisi sui filtri prelevati dal campionatore alto volume situato a Faenza, per la ricerca di diossine/furani, idrocarburi policiclici aromatici e metalli. I primi risultati saranno diffusi nella giornata di domani, lunedì 12 agosto.
- Contestualmente si sta procedendo all´analisi delle acque superficiali e di spegnimento interessate dall´incendio”.
Martedì 13 Agosto
Arpae pubblica i primi risultati del monitoraggio ambientale che fanno riferimento alla postazione di Faenza. > Allegato 1
Idrocarburi policiclici aromatici (IPA).
Composti pericolosi in ragione dello loro elevata mobilità nelle varie matrici ambientali.
Il composto rilevato per la sua cancerogenicità per l’uomo è stato il Benzo(a)Pirene [BaP].
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda un valore guida di 1 ng/m3 di concentrazione media annuale (1ng = 0,000000001 grammi, ossia un miliardesimo di grammo).
Le analisi hanno rilevato, nei giorni 9 e 10 agosto, una quantità inferiore al limite di quantificazione dello strumento, mentre nell’11 agosto la concentrazione di BaP ha raggiunto il valore di 0,2 ng/m3.
Per confronto:
- negli anni Novanta, in Europa, è stata stimata una concentrazione di BaP media annua compresa tra 0,1 e 1 ng/m3 nelle zone rurali e tra 0,5 e 3 ng/m3 nelle aree urbane;
- a Faenza, la centrale posta in parco pubblico (riteniamo nel parco Bertozzi) ha riportato concentrazione medie mensili di BaP nei mesi di Gennaio e Dicembre 2018 pari a 0,8 ng/m3.
Metalli
Rilevati, per la loro incidenza tossicologica, quattro metalli: nichel, cadmio, arsenico e piombo.
Le concentrazioni di cadmio, arsenico e piombo, sono risultate essere nei giorni 9, 10 e 11 Agosto, inferiori alle concentrazioni relative al mese di agosto 2018 fornite dalla stazione di monitoraggio sita nel parco Bertozzi, mentre le concentrazioni di nichel sono state superiori ai valori di riferimento sopra citati il 9 e il 10 Agosto, comunque inferiori ai limiti previsti dalla normativa.
Diossine + furani (PCDD/F)
Appartengono ad una estesa famiglia di Composti Organici Persistenti (POPs). Alcuni di questi, come le diossine (PCDD) ed i furani (PCDF), sono prodotti dalla combustione di sostanze organiche, sia durante lo sviluppo di processi industriali, sia durante gli incendi boschivi, sia durante le eruzioni.
La tossicità di questi composti è espressa in TEF, ossia in fattore di tossicità equivalente, avente come riferimento la 2,3,7,8-tedracolorodibenzo-p-diossina (1,3,7,8-TCDD), alla quale è attribuito valore di tossicità 1.
Nel documento OMS, WHO Guidelines for Europe 2000, concentrazioni di tossicità equivalente (TEQ) di diossine e furani in ambiente urbano, sono state stimate in 0,1 pg WHO-TEF/m3 con elevata variabilità da zona a zona, ed esposizioni prolungate nel tempo a concentrazioni uguali o superiori a 0,3 pg WHO-TEF/m3, consigliano di svolgere indagini sull’origine dell’inquinamento. (1 pg = 0,000000000001 g, ossia mille volte meno di 1 ng).
In questo caso, l’origine è nota e indiscutibile per l’elevata presenza di materie plastiche.
In sintesi, mentre le concentrazioni di diossine nei giorni 9 e notte 10 Agosto sono state inferiori al dato OMS di allarme, quelle dei giorni 10 e 11 Agosto sono state superiori di oltre quattro volte. Altresì, la concentrazione dell’11 agosto segnava un leggero calo rispetto a quella del giorno precedente.
Si segnala, nel rapporto, che le concentrazioni rilevate sono compatibili con il tipo di incendio in esame, ma inferiori a quelle misurate in occasione di altri incendi.
Il rapporto, considerando i bassi valori delle concentrazioni, la breve durata della fase di emergenza (quindi la si considerava già conclusa al 13 Agosto?) e i consigli diramati ai cittadini, si concludeva con “ … un ragionevole ottimismo, corroborato anche dal numero estremamente ridotto di accessi al Pronto Soccorso di Faenza …”.
Comunque sia, e nonostante i valori nell’aria non elevati, poiché le diossine tendono ad accumularsi nella catena alimentare, nel rapporto si segnalava che il Dipartimento di Sanità Pubblica ha approntato un piano di monitoraggio delle matrici alimentari.
Martedì 13 Agosto
In questa giornata sono stati prelevati campioni alimentari nel territorio faentino.
Mercoledì 14 Agosto
Arpae diffonde i dati dei campionamenti relativi al periodo 12-14 Agosto.
- Campionatore di Faenza, Via S. Corbari, 92.
- Diossine e furani: le concentrazioni, diminuite rispetto al giorno precedente, sono state di 0,348 pg WHO-TEF/m3 dal 12 al 13 Agosto, e di 0,046 pg WHO-TEF/m3 nel giorno successivo. La percentuale del congenere più tossico (il TCDD) è calata, nei due giorni, dall’1,5% a zero. Valori ritenuti nella norma in centri urbani.
- Benzo(a)pirene: concentrazione in calo anche per questo composto, passato nei due giorni da 0,018 ng/m3 a 0,017 ng/m3. Rispetto al valore rilevato l’11 Agosto, una riduzione di oltre 10 volte.
- Forlivese
Inizialmente, sono stati effettuati sopralluoghi nella zona di Castrocaro, su segnalazione di cittadini, utilizzando, per le misurazioni delle polveri sottili PM 10, analizzatori portatili da campo (PID) che non hanno segnalato anomalie significative. Ulteriori sopralluoghi con strumentazione PID sono stati effettuati in altre parti alla periferia di Forlì.
In seguito, è stato installato un campionatore identico a quello posizionato a Faenza in Via Corbari 92.
- Diossine e furani: 10 Agosto, 0,466 pg WHO-TEF/m3; 11 Agosto, 0,534 pg WHO-TEF/m3; 12 Agosto, 0,040 pg WHO-TEF/m3.
- Benzo(a)pirene: 10 agosto, 0,075 ng/m3; 11 Agosto, 0,045 ng/m3; 12 Agosto, 0,016 ng/m3.
- Metalli (nichel, cadmio, arsenico, piombo): concentrazioni inferiori ai limiti previsti dalla normativa.
Secondo il rapporto Arpae, “ … le ricadute dell’incendio non hanno interessato in modo significativo il territorio forlivese”.
L’Amministrazione comunale, in collaborazione con Hera s.p.a. ha attivato un servizio temporaneo per smaltire i rifiuti e i frammenti bruciati dispersi nell’aria e ricaduti a terra su alcune aree della città in giardini, cortili, terrazzi e balconi. A tal fine, presso il Centro di Raccolta di Via Righi (Stazione ecologica), sono stati predisposti due contenitori, uno riservato alla raccolta di lana di vetro e lana di roccia e l’atro alla raccolta di materiale plastico bruciato. Il servizio sarà attivo fino al 30 Settembre.
Giovedì 15 Agosto
Resi disponibili i dati per quadranti della provenienza dei venti rilevati dalla Stazione Meteorologica Comunale di Faenza dal 9 agosto al 15 agosto 2019.
Provenienza e durata dei venti per quadrante (in minuti).
Da notare che nei giorni 9-10-11-12-15 Agosto la direzione media dei venti (misurazione effettuata ogni minuto) era Sud Sud Est.
Sabato 17 Agosto
Arpae diffonde i dati relativi al periodo 14-16 Agosto.
- Campionatore di Faenza, Via S. Corbari, 92.
- Diossine e furani: 14 Agosto, 0,018 pg WHO-TEF/m3; 15-16 Agosto, 0,024 pg WHO-TEF/m3; contributo di TCDD, assente.
- Benzo(a)pirene: 14 Agosto, 0,039 ng/m3; 15-16 Agosto, 0,016 ng/m3.
- Forlivese
- Diossine e furani: 13-14 Agosto, 0,008 pg WHO-TEF/m3; 14-16 Agosto, 0,002 pg WHO-TEF/m3; contributo di TCDD, assente.
- Benzo(a)pirene: 13-14 Agosto, 0,010 ng/m3; 14-16 Agosto, 0,007 ng/m3.
Domenica 18 Agosto
Legambiente diffonde in un comunicato stampa considerazioni e domande sulla vicenda Lotras. > Allegato 2
Martedì 20 Agosto
Arpae diffonde un comunicato con precisazioni in merito ad alcune scelte tecniche prese a seguito dell’incendio alla Lotras. > Allegato 3
Mercoledì 21 Agosto
È decretata la conclusione dello stato di emergenza.
Venerdì 30 Agosto
Il Servizio Sanitario Regionale Emilia-Romagna pubblica il rapporto finale delle determinazioni di metalli e diossine in prodotti alimentari a seguito dell’incendio delle strutture della azienda di logistica Lotras System. > Allegato 4
“Le determinazioni analitiche effettuate sono relative al contenuto di metalli pesanti in tutti i campioni prelevati e alle PCDD/F (policlorodibenzodiossine/furani), PCB DL (policlorobifenili diossina simili) su parte delle matrici vegetali, rappresentative dell’area di ricaduta, e su tutti i campioni di origine animale (latte, grasso, polmoni e milza di suini)”.
In sintesi i dati ambientali:
“Le analisi dell’aria hanno evidenziato valori di metalli e IPA (Benzo(a)Pirene) estremamente contenuti e al di sotto dei limiti stabiliti dalla normativa per la qualità dell’aria.
Le concentrazioni di diossine/furani nel territorio faentino sono risultate non particolarmente elevate, se confrontate con quelle riscontrate nel corso di eventi analoghi, con un picco dalle ore 8.00 del 10 agosto alle ore 8.00 dell’11 agosto (1,319 picogrammi WHO-TE/m3) e successivamente in diminuzione fino a rientrare il 14 agosto nei valori di fondo tipici di aree urbane”.
Campioni
Sono stati prelevati 41 campioni, 22 vegetali e 19 animali, da un areale abbastanza ampio che da Faenza raggiungeva Russi, Solarolo, Cotignola e Forlì.
- Vegetali
Recettori sensibili, nell’immediato, all’esposizione alle ricadute di inquinanti atmosferici.
Tre campioni, relativi a prodotti prelevati da magazzini e raccolti prima che si sviluppasse l’incendio, sono stati utilizzati quali elementi di confronto.
Dato che, in base alla letteratura specifica, i microinquinanti in esame aderiscono alla superficie dei vegetali senza muoversi al loro interno, ogni campione è stato sottoposto ad analisi anche dopo lavaggio con acqua corrente.
- Animali
Le matrici animali richiedono un tempo di esposizione agli inquinanti più lungo prima di poterli accumulare in modo significativo nei tessuti.
I campioni sono stati prelevati presso due impianti di macellazione da suini allevati nei territori di Faenza, Russi e Imola e da animali provenienti da allevamenti extraregionali. È stato prelevato anche latte in due allevamenti faentini.
Risultati
- Metalli pesanti (piombo, cadmio, mercurio, arsenico).
Campioni vegetali
In tutti i campioni di frutta le concentrazioni risultano 10 volte inferiori rispetto ai valori massimi ammissibili. Non rilevate differenze significative tra i campioni prelevati prima e dopo l’incendio e tra i campioni analizzati così come prelevati e dopo lavaggio.
Anche nei campioni di bietola da foglia e in quelli di erba medica i valori rilevati sono inferiori ai limiti. Eccezione: il livello di antimonio in un campione di erba medica prelevato in un’area molto vicina alla zona dell’incendio.
Campioni animali
Nei campioni animali i metalli tossici (piombo e cadmio) sono risultati assenti nei campioni di polmone e presenti in tracce in quelli di milza; lo zinco è presente in concentrazioni fisiologiche; l’antimonio non risulta presente nei campioni.
- Policlorodibenzodiossine, policlorodibenzofurani e policlorobifenili (diossina simili).
Campioni animali
Riguardo i primi due composti sono state riportate in precedenza poche essenziali informazioni.
In merito ai policlorobifenili, si precisa che si tratta di una serie di composti aromatici, stabili, resistenti agli acidi e alla fotodegradazione, non ossidabili, poco solubili in acqua ma solubili nei grassi. Dei 209 congeneri di PCB solo 12 hanno caratteristiche tossicologiche paragonabili alle diossine ed ai furani; vengono definiti PCB diossina simili (PCB DL).
In tutti i campioni di frutta le concentrazioni sia di PCDD/F (diossine e furani), che di PCB DL, sono abbastanza omogenee tra di loro e sono risultate sempre al di sotto del livello di azione previsto dalle normative. Si precisa che per livello di azione si intende il valore sentinella oltre il quale è necessario svolgere indagini per rintracciare la fonte della contaminazione. Non si riscontrano differenze con i campioni di riferimento (raccolti prima dell’evento). Anche le bietole, che si caratterizzano per un elevato rapporto superficie/contenuto, hanno dato un valore di concentrazione più alto rispetto a quelli della frutta ma, pur sempre, al di sotto dei limiti di azione.
In nessuno dei campioni vegetali analizzati è stata riscontrata la presenza della TCDD, ossia della diossina più tossica.
Campioni animali
Nei campioni di latte e di tessuto adiposo suino, i valori di PCDD e PCB sono tutti ampiamente sotto i limiti di riferimento normativi.
I campioni di controllo, prelevati da suini provenienti da allevamenti extraregionali, sotto i limiti, hanno concentrazioni leggermente superiori a quelle locali.
Foraggi
Due campioni di erba medica sono stati prelevati in due luoghi: il primo nelle immediate vicinanze dell’area interessata all’incendio, in direzione sud est; il secondo in località Villagrappa, poco prima di Forlì.
Mentre nel secondo campione le concentrazioni di PCDD/F e quelle di PCB DL, espresse in TEQ, sono risultate al di sotto del tenore massimo stabilito dalle normative e il TCDD è risultato assente, nel primo campione, raccolto a ridosso dell’area interessata dall’incendio, i valori si sono rivelati ben al di sopra dei limiti massimi consentiti.
Precisamente:
- la concentrazione di PCDD/F, espressa in TEQ, è risultata di circa 7 ng/g, rispetto al valore limite di 0,75 ng/g;
- la concentrazione di PCB DL, espressa in TEQ, è risultata essere pari a circa 8 ng/g, rispetto al valore limite di 1,25 ng/g;
- la concentrazione di TCDD è risultata essere pari a circa 1 ng/g;
- la concentrazione totale di PCDD/F + PCB DL, espressa in TEQ, è stata pari a circa 15 ng/g, rispetto al valore limite di 1,25 ng/g, cioè almeno 11 volte superiore.
Di certo l’erba medica è, al pari della bietola da foglia, una specie vegetale che presenta un alto rapporto superficie/massa, e in un campo distante 500 metri dal campo di erba medica interessato, i campioni di albicocche hanno fornito concentrazioni di inquinanti basse. Tuttavia, questo dato dà un’indicazione, riteniamo da non sottovalutare, sulla dinamica della ricaduta dei composti inquinanti nelle immediate, ma quanto immediate, vicinanze della zona dell’incendio.
Lunedì 9 Settembre
Seduta del Consiglio comunale di Faenza dedicata a: Comunicazioni da parte del Sindaco e dell’Assessore all’ambiente circa l’incendio del capannone di Via Deruta.
- Intervento del Sindaco Giovanni Malpezzi
I Vigili del Fuoco, intervenuti tempestivamente nella notte tra l’8 ed il 9 Agosto, si erano resi da subito conto del pericolo che l’enorme quantità di acqua gettata sull’edificio in fiamme, contaminata dagli olii presenti nel magazzino, potesse raggiungere, attraverso il canale di scolo. il depuratore di Formellino: in tal caso l’impianto si sarebbe bloccato e tutto si sarebbe riversato nel Fiume Lamone all’altezza del Ponte delle Bambole. Pertanto, nelle prime ore, con l’intervento di HERA, la derivazione fognaria è stata interrotta ed i liquidi oleosi sono stati indirizzati al bacino di laminazione posto dietro lo stabilimento Tampieri, permettendo ai Vigili del Fuoco di continuare a lanciare acqua per tentare di circoscrivere l’incendio.
Nelle prime ore del mattino è istituito il COC (Centro Operativo Comunale) ed è insediato nelle vicinanze della ditta incendiata, ma la Prefettura di Ravenna, in considerazione della dimensione sovracomunale dell’emergenza, assume in proprio la gestione della situazione, istituendo il COM (Centro Operativo Misto), insediato nei pressi della zona di emergenza nella struttura provvisoria realizzata dai Vigili del Fuoco. Il COM si è riunito regolarmente, sempre con la presenza del Vice Prefetto, e talvolta coordinato dal Prefetto.
L’attività del COM è perdurata fino al 21 Agosto, mentre l’attività di spegnimento dell’incendio si è conclusa il 14 Agosto.
Attualmente il sito è affidato ad un custode giudiziario, il comandante della Stazione dei Carabinieri di Faenza, e può essere visitato solo con autorizzazione della Procura della Repubblica.
Il capannone, esteso per 22.000 m2 era suddiviso in tre settori separati da pareti codificate REI 120, cioè in grado di resistere al fuoco per 2 ore.
I materiali depositati: ceramici e vestiario in un settore, olii alimentari in un altro e ricambi per auto in gomma e plastica nel terzo.
Sulle cause sono in corso indagini, ma la rapidità di diffusione dell’incendio solleva dubbi sull’accidentalità.
Edificio costruito tra il 2003 ed il 2005, con strutture e norma e impianto antincendio.
Decisioni prese nella mattinata del 9 agosto: diramare a tutti i cittadini norme di comportamento prudenziale; non necessaria l’evacuazione dei residenti in base ai primi risultati forniti dalle centraline di rilevamento.
In definitiva, l’intervento organizzato ha coinvolto un numero rilevante di persone e ha scongiurato un grave danno ambientale nel faentino ed un danno commerciale alla riviera romagnola.
Sono state recuperate e portate a bonifica 11.700 tonnellate di liquidi inquinati. Nel bacino di laminazione permangono 8.000 metri cubi di liquidi inquinati, di cui 2500 di sostanze oleose, con danni per la fauna rilevanti. La capienza del bacino è di 27.000 metri cubi, da non sottovalutare i rischi di tracimazione in caso di piogge.
Spese impegnate: 2.498.000 euro. Richiesta di sostegno finanziario rivolto alla Regione in data 29 Agosto che conta di stanziare un contributo di un milione di euro a favore del comune di Faenza.
Problemi occupazionali riguardanti una quarantina di persone alle dipendenze dirette e un’altra sessantina legate all’indotto.
Riconoscimento dell’efficace lavoro svolto da tutte le persone coinvolte: Vigili del Fuoco, Prefettura, tecnici del comune, forze dell’ordine, ecc.
- Intervento dell’Assessore all’Ambiente Antonio Bandini
Emergenza non conclusa. Segnalate le difficoltà incontrate per scongiurare che l’acqua dello spegnimento inquinata potesse proseguire fino a raggiungere il fiume Lamone, una vera lotta contro il tempo. Importante il ruolo della Caviro che, subito, ha messo a disposizione i suoi silos per depositare le acque inquinate. 18.000 tonnellate di acqua movimentate. Posizionate pompe in via Corgin per intercettare le acque che potrebbero giungere da Via Deruta ed evitare che finiscano nel bacino di laminazione tuttora inquinato. La priorità attuale: svuotare il bacino di laminazione e riattivare il sistema idraulico.
- Intervento del Dott. Marco Cané, Arpae
Precisazioni circa il posizionamento del campionatore ad alto volume in Via Corbari, 92: informazioni, nella mattinata del 9 Agosto, dalla sala operativa del Servizio Meteorologico Regionale, condizioni stabili di alta pressione previste per i gironi successivi, il fumo salito molto in alto e diretto sulla città di Faenza nella direzione di Brisighella, dunque ideale il posizionamento presso la Scuola “Don Milani”. Il campionatore ha monitorato tutte le fasi dell’evento con valore massimo di “diossina” pari a 1,32 picogrammi per metro cubo. Nel caso in esame è stata la presenza di PVC all’interno del capannone, nel settore che immagazzinava accessori per auto, ad originare, durante l’incendio, la formazione di diossine. L’analisi dei metalli, effettuata all’inizio dell’emergenza, è stata poi interrotta per due ragioni: indicazioni di concentrazioni basse nell’aria e intralcio nei lavoro di analisi per altri composti.
Il campionatore ad alto volume posizionato in Via Corbari è stato sostituito con un altro campionatore, che cesserà di funzionare con l’inizio della suola.
Acque di spegnimento monitorate con continuità e dati non preoccupanti sullo stato di inquinamento. Situazione tuttora preoccupante nel bacino di laminazione, perché contiene ancora 8.000 metri cubi di liquidi inquinanti, perché ci si inoltra in una stagione di piogge, e perché è nel tempo divenuto una sorta di oasi per numero specie ornitologiche. Necessaria nel futuro una bonifica integrale del bacino, impegnativa in termini tecnici ambientali ed economici.
- Intervento della Dott.ssa Raffaella Angelini, AUSL
Il campionatore faentino ha rilevato nei primi tre giorni seguiti all’incendio alla Lotras un certo quantitativo di diossina nell’aria, con valore massimo a 1,32 pg/m3, non elevato ma pur sempre presente. Un valore superiore alla soglia media annua, 0,3 pg/m3, che secondo l’OMS pone la necessità di ricercare la fonte inquinante. Gli effetti sulla salute? Problemi respiratori: non è stata rilevata alcuna situazione di pericolo poiché, in ragione delle favorevoli condizioni meteorologiche, la nube ha raggiunto i 300 metri di quota dal suolo ed è stata dispersa dai venti su una vasta superficie, riducendo sensibilmente la concentrazione nell’aria degli inquinanti. Ricadute alimentari: la principale via di contaminazione per l’uomo da diossine è la via alimentare. Predisposto un piano di campionamento delle matrici alimentari il giorno 13 Agosto in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico di Bologna: selezionati frutti a buccia non liscia (albicocche, pesche e pere) più efficaci nel trattenere i composti inquinanti, inoltre bietole, erba medica e sorgo. 23 campioni vegetali, analizzati prima e dopo lavaggio con acqua. 20 campioni animali: suini, analizzati polmoni e milza per avere un’indicazione di effetto acuto e il latte di due aziende agricole. 43 punti in un territorio ampio. Criteri: differenza tra lavato e non lavato; confronto con campioni di controllo non coinvolti dall’incendio. Risultati. Frutta: diossine, concentrazioni inquinanti bassissime, nessuna differenza tra lavato e non, tra controllo e campioni. Stesso risultato per i metalli pesanti. Animali: valori anche in questo caso bassi, inferiori a quelli riscontrati in animali provenienti da altre regioni, altresì animali allevati in stalla. Unico punto critico meritevole di attenzione: campo di erba medica a ridosso della zona incendio, campione puntuale, dunque non valore medio di tutto il campo, valori di diossina ampiamente oltre i limiti di legge. Pianta a foglia larga e estrema vicinanza all’incendio, le probabili ragioni dei valori elevati.
- Risposta del Dott. Marco Cané, Arpae alle interpellanze dei consiglieri.
L’entità dell’evento avrebbero consigliato il posizionamento di altri campionatori, almeno tre per avere una quantità maggiore di informazioni e poterle confrontare tra di loro, ma purtroppo Arpae non ne possiede che uno. Si assume l’incarico di agire presso l’agenzia per garantire una ulteriore prosecuzione del monitoraggio, ad esempio utilizzando la centralina della qualità dell’aria già operativa a Faenza dedicandola alla ricerca dei microinquinanti organici.
- Risposta della Dott.ssa Raffaella Angelini, AUSL alle interpellanze dei consiglieri.
Un solo campionatore ma efficacemente significativo della evoluzione delle concentrazioni di inquinanti in una zona densamente abitata della città, dunque rappresentativo della città. Possibile che un campionatore posizionato a ridosso della Lotras avrebbe rilevato concentrazioni più elevate, quelle rilevate nell’erba medica del campo adiacente. I dati forniti mostrano che la dispersione degli inquinanti in un ampio territorio è stata tale da far sì che alte concentrazioni si siano verificate solo nelle immediate vicinanze della zona dell’incendio.
La distanza, in linea retta, tra la sede dello stabilimento Lotras System e la scuola “Don Milani” in Via Corbari 92 è di circa 4.250 metri.
Domenica 22 Settembre
Legambiente pone, in un comunicato stampa, una serie di ulteriori domande sulla vicenda Lotras. > Allegato 5
Lunedì 7 Ottobre
Il Dipartimento di Sanità Pubblica, diretto dalla Dott.ssa Raffaella Angelini, dell’Azienda Unitaria Locale della Romagna, pubblica i risultati di un ulteriore monitoraggio di matrici alimentari che include due nuove specifiche matrici (Uva e uova), provenienti da zone poste nelle immediate vicinanze dell’ex stabilimento della Lotras System, per determinarne l’eventuale contaminazione.
Oltre a ciò, sono riportati i risultati delle analisi effettuate su campioni di erba medica prelevati da un terreno adiacente allo stabilimento Lotras System, campioni che nelle prime rilevazioni mostravano un elevato livello di inquinamento da diossine.
Nel rapporto finale le conclusioni segnalano una situazione di sostanziale normalità: «Sulla base delle risultanze della prima fase di campionamento si è proceduto alla seconda fase concentrando l’attenzione sulle aree limitrofe con il prelievo dei campioni n° 44 (Uva) e n° 45 (uova) a breve distanza dal sito ove è avvenuto l’incendio.
Per entrambi i campioni i risultati delle analisi sono ampiamente entro i limiti di riferimento e, per quanto riguarda |’uva, non presentano differenze tra il campione tal quale e il campione lavato.
Relativamente al campione di erba medica n° 22, la partita di erba medica, che nel frattempo era stata falciata e imballata, è stata nuovamente campionata e, in attesa degli esiti, cautelativamente posta sotto vincolo sanitario.
Le analisi eseguite, i cui risultati sono pervenuti il 12/09/2019, non hanno riconfermato i valori emersi nella prima indagine e la concentrazione delle diossine sul fieno risulta entro i limiti normativi.
La discordanza di questi risultati ha imposto un ulteriore approfondimento; in data 24/09/2019 il medicaio in questione in cui l’erba è nel frattempo ricresciuta è stato sottoposto ad un campionamento di erba medica rappresentativo dell’intera superficie, oltre che al prelievo di un campione dall’esatto punto dove era stato prelevato il campione n° 22 del 13 agosto.
Le risultanze degli ulteriori due campioni, pervenute il 3 ottobre, mostrano una presenza di Diossine e PCB DL a concentrazioni molto inferiori rispetto al campione n°22. Tali concentrazioni, per entrambi i campioni effettuati il 24 settembre, risultano rientranti entro i limiti normativi». > Allegati 6, 7, 8
Allegati
Allegato 1 – Rapporto ARPAE del 13 Agosto 2019
Allegato 2 – Comunicato Stampa Legambiente del 18 Agosto 2019
Allegato 3 – Precisazioni Arpae del 20 Agosto 2019
Allegato 4 – Rapporto AUSL del 30 Agosto 2019
Allegato 5 – Qualche ulteriore domanda
Allegato 6 – Dati monitoraggio uva e uova
Allegato 7 – Risposta alle “Ulteriori domande” di Legambiente
Allegato 8 – Rapporto finale incendio Lotras