11000 a.C., Canada, Lago Agassiz
Due capolavori dell’Era Glaciale
Tra gli oggetti raccontati nel libro di Neil MacGregor, “La storia del mondo in 100 oggetti”, vi sono due manufatti ritrovati nel nord della Francia e risalenti a circa 13000 anni fa: il primo raffigura, in modo realistico, due renne che nuotano ed è stato ottenuto intagliando l’estremità appuntita di una zanna di mammut; il secondo oggetto rende in modo schematizzato, ma riconoscibile, un mammut e, curiosa simmetria, è scolpito in un corno di renna.
Due capolavori dell’Era Glaciale.
Periodo di passaggio
O, meglio, di un periodo di passaggio dalla fine dell’ultima glaciazione all’Olocene, l’era geologica più moderna, durante il quale si ebbero in vari luoghi del mondo i primi insediamenti umani, e almeno in una parte, il Medio Oriente, da lì a poco inizierà la domesticazione di piante e di animali.
Dunque, nello stesso periodo, il Medio Oriente ed il nord della Francia godettero di condizioni climatiche alquanto differenti, con uno scarto di certo superiore all’attuale. Per quali ragioni?
Ritorno al freddo
In Europa il riscaldamento, iniziato 20 000 anni fa, fu in più fasi interrotto ed il clima regredì verso condizioni tipiche del Tardoglaciale. E nel periodo delle due meravigliose sculture, la Francia fu occupata da estese zone a tundra, frequentate da renne e mammut, alle quali la civiltà magdaleniana si adattò in forme simili a quelle degli attuali Eschimesi, con migrazioni stagionali al seguito delle mandrie.
Tuttavia, il Vicino Oriente visse il graduale riscaldamento alla fine dell’ultimo periodo glaciale, fenomeno di dimensione planetaria, secondo una propria esclusiva versione: la latitudine e la lontananza dai ghiacciai lo tennero al riparo dai freddi rigorosi del Nord Europa e garantirono un’evoluzione verso il clima attuale più regolare, meno condizionata dai ripetuti ritorni a condizioni glaciali che traumatizzarono altre zone dell’Europa.
Gli icebergs
Alcuni ritengono che la causa del prolungarsi del periodo glaciale nell’Europa atlantica sia da ricercarsi nello scioglimento della calotta polare: la liberazione rapida di un numero enorme di icebergs avrebbe causato un raffreddamento delle acque oceaniche che si sarebbe riflesso nelle sue terre rivierasche.
Ma probabilmente la ragione delle ripetute controtendenze climatiche è più complessa e da ricercarsi altrove.
In Canada
La mappa della parte centrale del Canada mostra la presenza di una serie di laghi, tra cui il lago Winnipeg e il lago Manitoba, di forma allungata e orientati verso sud-est. Sono di origine glaciale e rappresentano, con elevata probabilità, ciò che rimane di un unico immenso lago esteso, alcune migliaia di anni fa, in tutta la regione.
Un enorme lago
Nel corso della seconda metà dell’Ottocento la geomorfologia e la stratigrafia del bacino del Red River del Nord furono studiate con particolare attenzione dal geologo americano Warren Upham per il loro diretto collegamento con l’esteso lago di acqua dolce la cui esistenza era stata ipotizzata nel 1823 da William Hypolitus Keating. Nel 1879, in onore di Jaen Louis Rodolphe Agassiz, venne da Upham nominato Lake Agassiz.
Calotte glaciali in ritiro
Un lago originatosi per l’accumulo delle acque di fusione della calotta glaciale Laurentide in ritirata e la cui dimensione massima è stimata tra un minimo di 263000 ed un massimo di 440000 km2.
Ma l’importanza del lago Agassiz non risiede tanto nelle sue dimensioni quanto nella circostanza che in almeno due momenti la sua estensione si ridusse in modo radicale ed in breve tempo.
Circa 13000 anni fa, periodo nel quale i ghiacci si stavano ritirando da tutto l’emisfero boreale, il lago Agassiz non comunicava con il Mare Artico; unico affluente il Mississippi che ne faceva defluire le acque nel Golfo del Messico.
Rapida perdita di acqua dolce
Fu allora che, o la calotta di ghiaccio che occludeva il lago a nord si ruppe, oppure si aprì una spaccatura, e l’acqua iniziò a riversarsi nell’Atlantico del Nord oppure nel Mare Artico: 9500 chilometri cubi di acqua dolce che in pochi decenni ridussero la superficie del lago di circa 100000 km2.
Improvviso raffreddamento
E proprio in quel periodo si ripresentò un ulteriore raffreddamento improvviso, che comportò un’altra grande espansione dei ghiacci ed il ritorno alle condizioni polari del periodo glaciale: lo Younger Dryas.
Il grafico mostra il rapido e notevole abbassamento delle temperature nella Groenlandia centrale verificatosi nel periodo analizzato.
Ma né i Cicli di Milankovic né l’attività solare sembravano collegabili ad un simile repentino cambiamento climatico.
Sufficiente?
Sappiamo che nello stesso periodo vi era stato il riversamento di acque del lago Agassiz: ma era credibile ritenere che una massa di acqua, per quanto imponente, potesse provocare un tale cambiamento di clima ed in un periodo tanto breve?
Breve nota tecnica
La Corrente del Golfo è una corrente di acqua calda subtropicale che dal Golfo del Messico si dirige verso nord-est, lambendo le coste atlantiche dell’Europa.
Per valutarne l’azione risulta istruttivo il semplice confronto della temperatura media a gennaio a New York, -2,8°C, con la temperatura media di gennaio a Lisbona, +11,7°C.
Giunta alle alte latitudini, al largo della Groenlandia e della Norvegia, confluisce in un sistema di correnti ben più imponente e noto come Atlantic Meridionale Overturning Circulation (MOC).
L’acqua gelida dell’Artico si raffredda originando un’acqua più densa e salata che rapidamente scende sul fondo dell’oceano, dando inizio ad un viaggio di ritorno che termina nel Pacifico con la riemersione delle acque 1200 anni dopo.
Oggi si ritiene verosimile che la massa di acqua dolce riversatasi nei Mari del Nord dal lago Agassiz abbia desalinizzato l’acqua ad un livello tale da impedirle di inabissarsi, interrompendo questa profonda corrente oceanica ed estendendo i propri effetti alla Corrente del Golfo.
Le temperature crollarono rapidamente e si mantennero tali per oltre mille anni, i ghiacciai ripresero ad estendersi, le foreste furono sostituite da una tundra fredda, in Norvegia le temperature medie erano di circa 7°C inferiori alle attuali, l’Inghilterra era ricoperta dai ghiacci, ed anche nell’Europa meridionale le condizioni climatiche ritornarono ad essere semiglaciali.
Questo periodo è noto come “Dryas recente”, dal nome di una pianta erbacea alpina, la Dryas octopetala, il cui polline è presente in numerosi sedimenti torbosi risalenti a quel periodo.
Una necessaria domanda
Oggi non esiste alcun lago pronto a riversare una massa colossale di acqua dolce nell’Atlantico del Nord.
Ma la fusione dei ghiacci marini artici e la maggior portata dei fiumi siberiani, causate dal risaldamento globale, potrebbero, aumentando la concentrazione di acqua dolce superficiale, interrompere la formazione delle correnti oceaniche profonde?