Fridays for future Faenza -6
“Il grande Capo che sta a Washington ci manda a dire che vuole comperare la nostra terra. (…) Ma come potete comprare o vendere il cielo, il calore della terra? Questa idea è strana per noi. (…)
Ogni parte di questa terra è sacra al mio popolo. Ogni ago scintillante di pino, ogni spiaggia sabbiosa, ogni goccia di rugiada nei boschi oscuri, ogni insetto ronzante è sacro nella memoria e nella esperienza del mio popolo. (…)
Il mormorio dell’acqua è la voce del padre, di mio padre. I fiumi sono i nostri fratelli ed essi saziano la nostra sete. (…)
L’aria è preziosa per l’uomo rosso poiché tutte le cose partecipano dello stesso respiro. Ma se noi vi vendiamo la terra, voi dovete ricordare che l’aria è preziosa per noi e che l’aria ha lo stesso spirito della vita che essa sostiene. (…)
Che cosa è l’uomo senza animali. Se non ce ne fossero più gli indiani morirebbero di solitudine. Poiché qualunque cosa capita agli animali, presto capita all’uomo. Tutte le cose sono collegate. (…)
Questo noi sappiamo: la terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra. Tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce una famiglia. Qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della terra. Non è stato l’uomo a tessere la tela della vita, egli ne è soltanto un filo. (…)
Così, se noi vi venderemo la nostra terra, amatela come l’abbiamo amata noi. Conservate in voi la memoria della terra com’essa era quando l’avete presa e con tutto il cuore conservatela per i vostri figli. Noi sappiamo una cosa, che il nostro Dio è lo stesso Dio. Questa terra è preziosa per lui. Anche l’uomo bianco non sfuggirà al destino comune. Può darsi che siamo fratelli dopo tutto. Vedremo”.
[Brani della risposta che il Capo Tribù dei Duwamish, Capriolo Zoppo, inviò al Presidente degli Stati Uniti nell’anno 1854].