Fridays for future Faenza -5
Terreni attorno al fiume Wisconsin.
Durante il Proibizionismo vi transitavano i carri che trasportavano il whiskey che i contrabbandieri distillavano bruciando gli ultimi alberi della zona.
Poi, nel 1935, vi giunse un colonizzatore di ben altro stampo: poté acquistare per un importo irrisorio un buon appezzamento di terreno e prese l’abitudine di recarvisi con regolarità.
Quel terreno non aveva alcun valore economico e quell’uomo, Aldo Leopold, docente all’università di Madison, lo sapeva bene; ma la cosa non aveva per lui alcuna importanza, visto che non intendeva trarne alcun utile.
Accortosi che era stato arrecato un danno ad un luogo di inestimabile bellezza, Leopold sentì il bisogno di restituirgli la sua originaria opulenza. Ed iniziò a piantarvi alberi. Finché, nel 1948, morì mentre tentava di domare un incendio propagatosi in una proprietà confinante.
Chi lo aveva preceduto, forse stravolto dal faticoso avanzare della colonizzazione, non aveva potuto avvertire le qualità estetiche di quelle terre, non aveva saputo cogliere la intima armonia della natura ricavandone un piacere appagante. E le sue meraviglie si erano perse prima ancora di essere percepite.
Ma ai giorni nostri, anziché limitarci alla pura ammirazione, sentiamo, esattamente come accadde ad Aldo Leopold, l’obbligo di ripristinare le bellezze della Terra. Perché la sua immensa opulenza è in gran parte scomparsa e su ognuno di noi ricade la responsabilità di non sfuggire alla sua preservazione. In ciò consiste quanto Leopold definiva con il concetto di “etica della Terra”.
Concetto che è incompatibile con le iniziative della civiltà industriale: mentre l’uno ci impone di cogliere e rispettare l’ordine interno della natura, l’altra ci forza a dominarlo. Inducendoci a considerare necessaria e accettabile la devastazione del paesaggio, il Grande Male Necessario, per conseguire il massimo della ricchezza economica.
E la nostra specie sta prosperando, sempre più, diffondendosi ovunque. Ma non esiste altra specie che si sviluppi con altrettanto vigore.
Un attacco alla natura superiore a qualsiasi altro operato dalle generazioni che ci hanno preceduto. Risultato di un mutamento radicale nella cultura dell’uomo: l’ambiente è stato ridotto ad una fonte inesauribile di beni, in sé privi di valore, inutili. La tradizionale tendenza a vedere, apprezzare e rispettare l’ordine della natura è da noi, conseguenza della moderna era industriale, continuamente negata e violata.
[Liberamente tratto da: Donald Worster, “L’uomo e l’ordine naturale”, in “Rapporto Terra” di E. Goldsmith e N. Hildyard, Gremese Editore, 1988]