Bologna, 04 dicembre 2024 Comunicato stampa
In Italia si continua a consumare suolo a ritmi vertiginosi
Nell’ultimo anno, al netto dei suoli rispristinati, il consumo è stato pari a 64 km2
21578 km2 di suolo sono occupati da cemento, asfalto e altre coperture artificiali,
il 7,16% di tutto il territorio nazionale
L’Emilia-Romagna è la quarta regione in classifica dopo Lombardia, Veneto e Campania, come percentuale di suolo consumato, ma seconda come incremento assoluto (815 ha) subito dopo il Veneto
Primato poco invidiabile a livello nazionale va a Ravenna che con l’aggiunta di altri 89 ettari, si pone tra i tre comuni italiani con il maggiore incremento tra il 2022 e il 2023
Legambiente “La legge 24/2017 sta dimostrando la sua totale inefficacia; la nuova Giunta si impegni ad una revisione del testo, partendo dall’adozione della proposta di legge di iniziativa popolare che abbiamo presentato ormai quasi due anni fa”
È stato pubblicato ieri il nuovo rapporto di ISPRA “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” che ogni anno fotografa la perdita di suolo e dei servizi ecosistemi ad esso connessi nel nostro Paese. Secondo i dati pubblicati, n𝘦𝘭𝘭’𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘰 𝘢𝘯𝘯𝘰, 𝘭𝘦 𝘯𝘶𝘰𝘷𝘦 𝘤𝘰𝘱𝘦𝘳𝘵𝘶𝘳𝘦 𝘢𝘳𝘵𝘪𝘧𝘪𝘤𝘪𝘢𝘭𝘪 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘳𝘪𝘨𝘶𝘢𝘳𝘥𝘢𝘵𝘰 𝘶𝘭𝘵𝘦𝘳𝘪𝘰𝘳𝘪 72,5 𝘬𝘮2, 𝘰𝘷𝘷𝘦𝘳𝘰, 𝘪𝘯 𝘮𝘦𝘥𝘪𝘢, 𝘤𝘪𝘳𝘤𝘢 20 𝘦𝘵𝘵𝘢𝘳𝘪 𝘢𝘭 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘰. 𝘜𝘯 𝘪𝘯𝘤𝘳𝘦𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘴𝘶𝘰𝘭𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘶𝘮𝘢𝘵𝘰 𝘪𝘯𝘧𝘦𝘳𝘪𝘰𝘳𝘦 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘢𝘭 𝘥𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘴𝘤𝘰𝘳𝘴𝘰 𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘮𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘧𝘦𝘳𝘮𝘢 𝘢𝘭 𝘥𝘪 𝘴𝘰𝘱𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘦𝘥𝘪𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘰 𝘥𝘦𝘤𝘦𝘯𝘯𝘪𝘰 (2012-2022), 𝘱𝘢𝘳𝘪 𝘢 68,7 𝘬𝘮2 𝘢𝘯𝘯𝘶𝘢𝘭𝘪. 𝘐𝘭 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘗𝘢𝘦𝘴𝘦, 𝘯𝘦𝘭𝘭’𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘰 𝘢𝘯𝘯𝘰, 𝘩𝘢 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘴𝘶𝘰𝘭𝘰 𝘢𝘭 𝘳𝘪𝘵𝘮𝘰 𝘥𝘪 2,3 𝘮𝘦𝘵𝘳𝘪 𝘲𝘶𝘢𝘥𝘳𝘢𝘵𝘪 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘴𝘦𝘤𝘰𝘯𝘥𝘰.» Tra le cause principali individuate dal Rapporto vi è la logistica che solo nel 2023 ha già consumato 504 ha, quantità pressoché identica a quella del 2022 (505 ha) che si aggiunge a un consumo cumulato dal 2006 di circa 5.606 ha, concentrati principalmente nel Nord-est del paese.
Considerando i costi annuali medi dovuti alla perdita di servizi ecosistemici forniti dal suolo (serbatorio di carbonio, regolatore del ciclo dell’acqua, riserva di biodiversità produzione di cibo e biomassa, solo per citarne alcuni), si può stimare, se fosse confermata la velocità media 2006-2023 fino al 2030, un costo cumulato complessivo compreso tra 173 e 212 miliardi di euro.
Nonostante l’approvazione nell’ormai lontano 2017 di un’innovativa – a dire dell’allora Presidente regionale– legge contro il consumo di suolo, l’Emilia-Romagna continua a impermeabilizzare il suo territorio a ritmi vertiginosi. Dall’indagine emerge infatti come sia in valori percentuali che assoluti la nostra regione si ponga ben al di sopra della media nazionale per suolo artificializzato. Ha la percentuale più alta a livello nazionale (52%) rispetto al consumo di nuovo suolo in aree a pericolosità idraulica media, e ha consumato altri 7,5 ha in aree a pericolosità da frana molto elevata, nonostante quanto accaduto negli ultimi 18 mesi suggerisca invece la necessità di una importante inversione di tendenza. La nostra regione inoltre registra il valore più elevato di consumo di suolo dovuto a nuovi cantieri e infrastrutture, sia in termini di impermeabilizzazione (19mila ha) che in termini di incremento rispetto al 2022 (+361 ha).
Venendo al dettaglio dei Comuni, Ravenna ha incrementato la sua superficie consumata di altri 89 ettari, ponendosi tra i primi tre comuni a livello nazionale per consumo di suolo, subito dopo Uta, in provincia di Cagliari e Roma. L’indagine di Ispra evidenzia che molto del suolo consumato si deve alla realizzazione di nuovo residenziale e agli accantieramenti nell’area portuale per la realizzazione della nuova ZLS (Zona di Logistica Speciale).
Ravenna detiene anche il primato di consumo di suolo a livello regionale, seguita da Reggio Emilia (+43 ha rispetto al 2022) e Forlì (+36 ha).
Tra i capoluoghi di regione Bologna si classifica al quarto posto, con +21 ha rispetto al 2022, subito dopo Roma (+71), Cagliari (+26) e Venezia (+23).
“La legge 24/2017 ha dimostrando tutta la sua inefficacia; la presenza di diverse scappatoie e l’inazione della regione nella realizzazione dei PTAV, hanno consentito ai Comuni di continuare a consumare suolo. Nemmeno le 4 alluvioni che hanno colpito la nostra Regione sembrano averci insegnato qualcosa – dichiara Legambiente – se ancora ci sono in previsione la realizzazione di nuove strade e autostrade, poli logistici, ipermercati…
Chiediamo alla Regione un cambio di rotta deciso, con la discussione e approvazione in assemblea legislativa della legge di Iniziativa popolare sul consumo di suolo, presentata ormai quasi due anni fa, una pianificazione regionale per quanto riguarda la logistica, una semplificazione per la riqualificazione di aree già impermeabilizzate e soprattutto il mantenimento delle misure penalizzanti per quei territori Comuni ove ancora non ci sarà un che non avranno approvato il PUG al 31/12/24”.
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