Il suolo consumato di Faenza
3%! Il limite al consumo di suolo sancito dalla Legge Regionale Emilia Romagna n. 24 del 2017.[1]
In dettaglio, “ …la pianificazione territoriale e urbanistica può prevedere, per l’intero periodo, un consumo del suolo complessivo entro il limite massimo del 3 per cento della superficie del territorio urbanizzato, esistente alla data di entrata in vigore della presente legge …”.
A parte il “può”, che a rigor di significato non vincola i decisori pubblici ad attenersi al criterio limitante introdotto dalla legge, resta il fatto che ogni comune della regione dovrebbe non andare “per l’intero periodo”, ossia al 2050, oltre il 3% del territorio consumato al 31 Dicembre 2017. Insomma, fatto pari a 100 ettari il territorio consumato alla fine del 2017, non se ne dovrebbero sacrificare altri, se non entro il limite di 3 ulteriori ettari, da qui al 2050.
Rimane da precisare cosa si intenda per “territorio urbanizzato”, in quanto è su questa tipologia che si applica il criterio del 3%. Al di là delle complicate definizioni, fondamentale in questa sede risulta precisare che il “perimetro del territorio urbanizzato” è individuato dal PUG (Piano Urbanistico Generale) e ancora oggi, a distanza di cinque anni dalla promulgazione della legge e nonostante quanto stabilito nei documenti dell’amministrazione, il Comune di Faenza non si è ancora dotato del suo piano urbanistico generale.
Tuttavia, i dati contenuti nel rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2022”, pubblicato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), anche se non crediamo possano coincidere con le indicazioni della legge regionale, ci consentono di farci una prima idea della misura in cui nel Comune di Faenza l’occupazione del suolo è proceduta in questi anni.
Un primo dato
La superficie del Comune di Faenza è pari a 21564,7 ettari.
La superficie di suolo consumato al 2017 era pari a 2445 ettari, corrispondenti ad una occupazione percentuale del suolo pari all’11,34%.
Nel 2021 la superficie di suolo consumato è arrivata a 2478 ettari, pari all’11,5%, segnando un incremento rispetto al 2017 di 33 ettari.
Il consumo dal 2017 al 2021 di 33 ettari di suolo corrisponde ad un incremento del consumo pari all’1,33%, meno della metà del valore massimo consentito dalla legge regionale. In sé un dato non negativo, ma basterebbe muoversi su una prospettiva temporale per capovolgere la valutazione, se è vero che l’incremento di consumo di suolo si è consumato in soli quattro anni ed il periodo di applicazione della legge regionale si estende per un tempo lungo di 33 anni. Sarebbe confortante scoprire che dal momento di applicazione della legge regionale l’incremento del consumo di suolo si sia affievolito e, continuando la tendenza, possa presto azzerarsi. Ma, come vedremo nel prossimo grafico, non è così: in quasi perfetta corrispondenza con quanto avvenuto nella nazione, il consumo di suolo a Faenza non solo non rallenta, ma nel 2021 ha ripreso a correre, raggiungendo il valore più alto degli ultimi nove anni.
Può tornare utile ricostruire la tendenza al consumo a Faenza negli ultimi quindici anni.
Tendenza
Tabella 1. Consumi di suolo annui in ettari e superficie di suolo consumato totale in ettari per anno.
Grafico 1. Consumi di suolo annui in ettari.
Precisazione: i valori relativi agli anni 2006-2012 e agli anni 2012-2015 sono stati calcolati come valori medi avendo a disposizione i dati complessivi del consumo di suolo tra il 2006 e il 2012 e tra il 2012 ed il 2015.
Come anticipato, con l’eccezione del 2019, la superficie di suolo consumata dal 2017 al 2021 è in crescita e, se non ha raggiunto i livelli elevatissimi degli anni 2006-2012, ha superato quelli non di certo lievi degli anni 2012-2015. Una tendenza che qualora venisse confermata avvicinerebbe in pochi anni l’incremento del consumo di suolo al limite stabilito dalle legge regionale.
Confronti
Tutto nella norma? Oppure Faenza rappresenta un’eccezione? In positivo o in negativo? Abbozziamo una risposta confrontando i dati di Faenza con quelli delle realtà che la circondano su distanze crescenti.
Confronto tra i Comuni della Romagna Faentina
Tabella 2. Comuni della Romagna Faentina, incremento del consumo di suolo inn ettari ed in %.
Grafico 2. Comuni della Romagna Faentina, incremento del consumo di suolo inn ettari ed in %.
Faenza emerge rispetto agli altri comuni in termini di consumo di suolo assoluto ed in termini percentuali è superata dal solo comune di Riolo Terme, ma Faenza ha anche una estensione territoriale maggiore rispetto a quelle degli altri comuni.
Confronto tra i Comuni della Provincia di Ravenna
Tabella 3. Comuni della Provincia di Ravenna, incremento del consumo di suolo in ettari ed in %.
Grafico 3. Comuni della Provincia di Ravenna, incremento del consumo di suolo inn ettari ed in %.
È Ravenna in evidenza: oltre a sopravanzare tutti gli altri comuni della provincia in modo strabordante, si segnala anche per essere l’unico ad andare oltre, seppur di pochi centesimi di punto percentuale, la soglia stabilita dalla legge regionale.
Come non chiedersi, dopo questa classifica, se esistano altri comuni dell’intera Emilia Romagna con una propensione al consumo del suolo superiore a quella raggiunta da Ravenna?
In compagnia dei peggiori
Tabella 4. Classifica del comuni dell’Emilia Romagna con il valore massimo di consumo di suolo in % dal 2017 al 2021.
Grafico 4. Classifica del comuni dell’Emilia Romagna con il valore massimo di consumo di suolo in % dal 2017 al 2021.
Ravenna è l’ultimo dei comuni dell’Emilia-Romagna a superare la soglia stabilita dalla legge, insomma il migliore tra i peggiori, ma è anche l’unico capoluogo di provincia ed è una città con oltre 150.000 abitanti, mentre gli altri comuni di questa classifica, con l’eccezione di Castelfranco d’Emilia che non raggiunge i 33.000 abitanti, superano solo in pochi casi i 10.000 abitanti.
Grafico 5. Abitanti residente comuni dell’Emilia Romagna come da classifica Tabella 4.
Questo grafico ci suggerisce un confronto tra i capoluoghi di provincia della regione, sempre in tema di incremento percentuale nel consumo di suolo dal 2017 al 2021.
Tabella 5. Comuni capoluogo di provincia dell’Emilia Romagna, incremento consumo di suolo dal 2017 al 2021 in ettari e in %.
Grafico 6. Comuni capoluogo di provincia dell’Emilia Romagna, incremento consumo di suolo dal 2017 al 2021 in ettari e in %.
Si direbbe che in fondo non è obbligatorio non essere una grande città per potersi comportare in modo conservativo con il suolo.
Bologna, con il suo incremento così vicino allo zero non può che farci chiedere se esistano comuni in regione che, tutt’altro che consumare il suolo, siano riusciti a conservarlo interamente?
I migliori
Esistono! Sono 32, e più della metà di loro hanno segnato addirittura una percentuale di consumo di suolo col segno meno, ossia sono riusciti a riportare all’originale suolo superfici urbanizzate.
Tabella 6. Classifica del comuni dell’Emilia Romagna con il valore minimo o negativo di consumo di suolo in % dal 2017 al 2021.
Grafico 7. Classifica del comuni dell’Emilia Romagna con il valore minimo o negativo di consumo di suolo in % dal 2017 al 2021.
Faenza nel contesto nazionale
Tabelle, grafici: fino ad ora non abbiamo fatto altro che confrontare dati per cercare di definire al meglio ed in modo comparato la situazione che vige a Faenza in tema consumo di suolo, rischiando, però, di non riuscire ad evidenziare quanto più ci preme, e cioè la drammaticità di questo fenomeno.
Scriveva nel 2010 Salvatore Settis nel suo testo “Paesaggio Costituzione Cemento”: “Il paesaggio è il grande malato d’Italia. Basta affacciarsi alla finestra: vedremo villette a schiera dove ieri c’erano dune, spiagge e pinete, vedremo mansarde malamente appollaiate su tetti un giorno armoniosi, su terrazzi già ariosi e fioriti. … Villaggi che per secoli avevano saputo crescere conservando l’impronta di una cultura dell’abitare tanto più nobile quanto più povera sono sempre più spesso assediati da nuovi, anonimi quartieri, che cancellano dall’orizzonte campanili, torri, mura, alberi secolari”.[2]
E nel recentissimo Report del SNPA si stima che le conseguenze, anche economiche, dovute alla crescente impermeabilizzazione del suolo negli ultimi quindici anni e alla conseguente perdita dei servizi ecosistemi che un suolo sano è in grado di offrire, si avvicinino agli 8 miliardi di euro all’anno.
Ci siamo posti, dunque, un duplice obiettivo: declinare nel contesto comunale i preoccupanti dati contenuti nel rapporto del SNPA e farlo senza ricorrere a tabelle.
1. Metri quadri per ettaro “consumati” nel 2021
Abbastanza chiaro: i due valori si riferiscono al consumo[3] di suolo attuato nel 2021 espresso in metri quadri per ettaro di superficie. Certo Faenza rientra nell’Emilia Romagna, una delle regioni con il maggiore cambiamento, ed è una cittadina posta in zona pianeggiante, ossia il luogo che ha registrato le maggiori crescite in consumo di suolo. Tuttavia, un valore pari a due volte e mezzo quello nazionale può sollevare un certo sconcerto.
2. Incremento percentuale del consumo di suolo dal 2020 al 2021
Anche questo schema dovrebbe essere esplicito: i due valori corrispondono all’incremento percentuale di consumo di suolo verificatosi tra il 2020 ed il 2021. Faenza, con un incremento pari a una volta e mezzo quella nazionale, conferma a livello locale la serietà dell’evento, se ancora ce ne fosse bisogno.
3. Densità del consumo di suolo nel 2021
Dunque, a Faenza la superficie di suolo consumato che ogni suo abitante si può concedere sopravanza abbondantemente quella media di ogni cittadino italiano. Con altri numeri, significa che una famiglia di sole quattro persone a Faenza potendo dall’alto osservare la propria impronta sul suolo la scoprirebbe equivalente ad un quadrato con il lato di 41 metri.
4. Incremento della densità del consumo di suolo
Questo schema riporta i valori della densità del consumo di suolo a Faenza, espressi in metri quadri di suolo consumato per abitante, nel corso degli ultimi quindici anni. Se dal 2006 al 2021, dunque in quindici anni, la superficie di suolo per abitante è cresciuta del 2,68%, nell’ultimo anno è salita dello 0,49%; in un anno, l’ultimo, la crescita del consumo di suolo per abitante è stata pari a circa un quinto della crescita negli ultimi quindici anni.
Di fronte ad una simile crescita come non aspettarsi un corrispondente aumento della popolazione residente a Faenza? Sì, la popolazione residente a Faenza è cresciuta, ma in misura minore rispetto alla crescita del consumo di suolo per abitante.
5. Percentuale di suolo consumato al 2021
Altri dati sarebbero utili per meglio qualificare il tema del consumo di suolo a Faenza. Ci arrestiamo alla percentuale di suolo consumato e anche in questo ambito Faenza si pone ai vertici della classifica: 11,4%, rispetto al 10,17% della Provincia di Ravenna, all’8,90% dell’Emilia Romagna e al 7,13% dell’Italia. E partiamo da un dato nazionale alto, molto alto se paragonato al valore medio in area UE che si arresta al 4,2%.
Conclusione banale: nonostante le migliaia di abitazioni non utilizzate e le centinaia di strutture industriali, artigianali e commerciali abbandonate spesso in condizioni miserevoli, a Faenza si continua ad investire sulla distruzione di suolo vergine. Citando nuovamente Settis: “ Monti, campagne, marine sono sempre meno il tesoro e il respiro di tutti i cittadini, sono anzi ormai la troppo facile riserva di caccia di chi cinicamente li devasta calpestando il bene comune per il proprio cieco profitto”. [4]
[1] Legge Regionale 21 dicembre 2017, n. 24, Disciplina Regionale sulla tutela e l’uso del territorio. Certo, il numero, 3%, è netto ma stemperato da alcune ambiguità che, secondo alcuni esperti, potrebbero dimostrarsi tutt’altro che irrilevanti. Ad esempio, l’obiettivo che la legge si pone è “ … del consumo di suolo a saldo zero da raggiungere entro il 2050” e il significato attribuito alla locuzione “saldo zero” (“ … saldo tra le aree per le quali la pianificazione urbanistica attuativa prevede la trasformazione insediativa al di fuori del perimetro del territorio urbanizzato, … e quelle per le quali la medesima pianificazione stabilisca una destinazione che richieda, all’interno del medesimo perimetro, interventi di desigillazione, attraverso la rimozione dell’impermeabilizzazione del suolo”), non è tranquillizzante. Che dire poi delle eccezioni. Ma qui ci arrestiamo.
[2] S. Settis, “Paesaggio Costituzione Cemento”, Einaudi, Torino, 2010, pag. 3.
[3] Consumo di suolo: l’incremento della copertura artificiale del suolo, di solito elaborato su base annuale.
Suolo consumato: la quantità complessiva di suolo con copertura artificiale esistente nell’anno considerato.
[4] S. Settis, “Paesaggio Costituzione Cemento”, Einaudi, Torino, 2010, pag. 3.
Allegato
ISPRA – SNPA – Consumo Suolo – Presentazione – Luglio 2022