Presidio a Bologna di Legambiente
L’Emilia-Romagna è malata di consumo di suolo: quasi il dieci per cento della superficie è cementificata, oltre due punti in più rispetto alla media nazionale.
Ma nonostante questo, la Regione, la Città metropolitana di Bologna e il Comune di Bologna, insieme alle associazioni economiche e alle parti sociali, hanno convocato oggi, sabato 9 marzo, una manifestazione a favore delle opere giudicate strategiche e prioritarie per l’Emilia-Romagna.
Purtroppo, tutte le opere oggetto dell’iniziativa sono autostrade: la Bretella Campogalliano-Sassuolo, l’autostrada Cispadana tra la A22 e la A13 ed il Passante di Bologna. L’obiettivo dichiarato è quello di mostrare un corpo sociale regionale compatto in questa richiesta.
Oggi, nel mezzo della sfida storica contro i cambiamenti climatici, in uno dei bacini più inquinati d’Europa, non può essere questo il messaggio politico lanciato dall’Emilia-Romagna.
I dati ce lo ricordano con implacabile precisione: dai primi giorni di febbraio tutti capoluoghi dell’Emilia-Romagna sono costantemente sopra i limiti delle PM10, con gran parte dei capoluoghi che sono già oltre i 25 giorni di sforamento sui 35 consentiti in un anno. La città di Ferrara ha addirittura già superato il limite.
La logica dei combustibili fossili che alimentano una mobilità privata su gomma, è una strada senza uscita.
Per rispondere all’inquinamento dell’aria servono altri investimenti: il completamento del Servizio Ferroviario Metropolitano di Bologna, nuove linee di tram e il potenziamento del trasporto ferroviario regionale.
Allegato
Lettera aperta manifestazione autostrade 9 marzo