Il progetto Bee Kind si è concluso
Dopo quattro anni di attività, come da programma, il progetto Bee Kind si è concluso.
E non si sarebbe potuto concludere in modo migliore: in primavera, poi in estate e, infine in autunno, le api di Bea hanno visto girare attorno all’alveare bambine e bambini curiosi. Non ci dispiacciono i numeri e ve li diamo con un certo compiacimento: 23 classi delle Scuole dell’Infanzia e Primarie di Faenza con centianaia di Bambine e Bambini.
I loro sguardi curiosi, il timore diventato stupore: se siamo riusciti ad emozionarli forse li abbiamo aiutati ad avere una nuova visione di questi piccoli insettini e del loro mondo, che è anche il nostro.
Prima
Bene, quattro anni di impegno non sono pochi e ci sembra inevitabile ricordare la situazione nel parco del Museo Malmerendi prima che tutto venisse smantellato.
Lo spazio con l’arnia B-Box attorno alla quale ci siamo aggirati con i bambini e le bambine,
notare la presenza, di fianco all’arnia B-Box, di un’arnia tradizionale nella quale, il giorno prima, avevamo trasferita la famiglia di api, le api di Bea che ci hanno accompagnati in questi anni,
e lo spazio con gli alveari che ci hanno aiutato ad effettuare il monitoraggio ambientale.
Durante
Nemmeno un’ora, in una mattinata nebbiosa, è bastata a Marco e Giorgio per liberare l’area.
Niente di più facile che trasportare gli alveari, solo un po’ faticoso se gli alveari sono ricchi di scorte, e le famiglie di Bea lo erano tutte.
Infine, sul camion per essere trasportate altrove, probabilmente in pineta in riva al mare. Nuova vita per le api di Bea.
Dopo
Ed ecco lo spazio del parco ritornato quello di prima. Si notano a malapena i margini delle recinzioni, presto ogni traccia sarà assorbita.
In realtà, in quella mattinata non abbiamo asportato tutto quanto; il Bee Hotel, che abbiamo faticato un po’ a realizzare, è sempre al suo posto.
Le api di Bea
Da un’assenza ad una presenza. Come non ricordare le api di Bea che, pazientemente, hanno accolto centinaia di visitatori? Sono di modesta fattura, ma i tre video che proponiamo, realizzati poche settimane prima del trasferimento delle famiglie, ci possono aiutare a ricordarle.
Il primo di essi mostra alcune api operaie intente a ventilare, un paio di esse hanno le zampe posteriori cariche di polline giallo, e altre ancora sono infilate nelle cellette contenenti miele.
Il secondo video mostra un’ape operaia che descrive la cosiddetta “danza dell’addome”: non facile identificarla, è quella in basso nel centro che descrive un breve segmento scodinzolando l’addome e ripetendo l’azione più volte. Si tratta di una raffinata e complessa forma di comunicazione che permette di indicare alle altre api operaie dove si trova una fonte di nettare o altro. Significa che appresa l’informazione, l’ape operaia è in grado di raggiungere anche una semplice ciotola con miele a distanze anche oltre i tre chilometri senza perdere tempo.
Infine, il terzo video mostra un’ape operaia mentre succhia miele da un pezzo di favo appositamente posto vicino all’alveare. Notare la ligula, parte del complesso apparato boccale dell’ape.
Rigraziamenti
Paragrafo lungo, avendo il progetto Bee Kind viste coinvolte molte persone. Ci auguriamo di riportare un elenco completo. Ringraziamo:
- le numerose persone che hanno sostenuto la campagna di crowdfunding nel 2021 e il personale di Idea Ginger che non ci ha mai abbandonati in un percorso alquanto accidentato a causa di ragioni che è utile non ricordare;
- Enzo Bagnaresi, responsabile del Museo Civico di Scienze Naturali “Malmerendi”;
- il Comune di Faenza, che ha patrocinato il progetto;
- Elisabetta Tedeschi del Conapi (Consorzio Nazionale Apicoltori), responsabile del progetto Api & Orti Urbani a cui abbiamo aderito e che ci ha permesso di effettuare i monitoraggi ambientali;
- Claudio Porrini e Lucia Lenzi del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari (DISTAL), Università di Bologna, responsabili scientifici del progetto Api & Orti Urbani;
- Antonella Prencipe, docente presso l’ I.P “Persolino-Strocchi” di Faenza, che ha coordinato le classi 4^B e C e 3^A e C del corso di Design della Comunicazione visiva e pubblicitaria nell’ideare la comunicazione del progetto realizzando video, marchi e selezionando il nome;
- Alberto Contessi dell’Osservatiorio Nazionale Miele, che ci ha accompagnati nel nostro percorso in ogni sua fase;
- la BCC Ravennate, Forlivese e Imolese, fondamentale per completare nel migliore dei modi la campagna di crwdfunding;
- la Coop Alleanza 3.0, che ci ha sostenuto in più occasioni permettendo anche la realizzazione del cosiddetto Bee Hotel;
- Marco Gaudenzi e Riccardo Babini dell’ARA (Associazione Romagnola Apicoltori), senza il cui aiuto niente sarebbe iniziato;
- Roberto Pasi della Ditta Beeing, che ci ha fornito l’arnia B-Box dimostratasi indispensabile per le visite alle api;
- la ditta Apistica Lega di Faenza, le cui maschere ci hanno permesso di effettuare le viste alle api in condizioni di elevata sicurezza;
- Mirta Morigi, che ci ha dato un forte supporto nella campagna di crowdfunding;
- Elena Boschi, che ci ha fornito preziose creazioni in ceramica;
- infine, Angelo, Massimo, Vera e Vittorio di Legambiente Lamone Faenza che hanno svolto quelle attività nascoste ma indispensabili.
Infine
Se il progetto Bee Kind ha concluso il proprio ciclo nelle forme descritte, potrebbe, tuttavia, continuare ad operare in altre modalità.
All’inzio del percorso ci siamo divertiti a raccontare storie di api; chissà, potremmo continuare a farlo.
Soprattutto, è molto probabile che alla fine dell’anno ci troveremo con un bilancio attivo: non molto, ma sufficiente per finanziare progetti legati al mondo delle api. Vi terremo aggiornati.