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Due anni di monitoraggio ambientale con le api a Faenza

 

 

Due anni di monitoraggio ambientale con le api a Faenza
Faenza, 10 Aprile 2024

Interventi di Lucia Lenzi e Claudio Porrini
Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari (DISTAL)
Università di Bologna

 

Introduzione
Il biomonitoraggio prevede la presenza di un organismo vivente che abbia caratteristiche di ubiquitarietà nei vari comparti ambientali (acqua, terreno, aria, ecc.), sensibilità verso i contaminanti (o almeno alcuni) e che reagisca in maniera diretta o indiretta alla loro presenza. Le api da tempo si sono dimostrate un eccellente bioindicatore per valutare la salute del territorio intercettando i contaminanti presenti. In questo progetto la ricerca era indirizzata al rilevamento dei pesticidi ed dei metalli pesanti nel centro cittadino di Faenza.

Il protocollo di campo prevede la valutazione dello stato di salute dei due alveari che compongono la postazione, compito questo svolto dall’apicoltore esperto, con il controllo della mortalità tramite le gabbie underbasket che, collocate davanti all’ingresso degli alveari raccolgono le api morte che arrivano moribonde presso l’arnia o che vengono espulse dagli alveari.

Il numero di api morte è conteggiato ogni settimana e quando la somma dei due alveari  supera la soglia di 250, le api vengono raccolte per essere analizzate in laboratorio.

Oltre a questo controllo settimanale, si effettuano due prelievi, uno in estate ed uno in autunno, di due matrici: le api bottinatrici, cioè le api che si muovono nel territorio per la raccolta di nettare, polline, propoli ed acqua; e il miele, ma non il miele che conosciamo e consumiamo, bensì il miele giovane, ossia il nettare da poco importato nell’alveare e che ancora non ha le caratteristiche del miele maturo; è distinguibile in fase di raccolta perché si presenta molto liquido, non essendo stata fatta evaporare buona parte dell’acqua che lo compone.

Il progetto Api e Orti Urbani, ossia il progetto al quale aderiamo noi di Faenza del progetto Bee Kind e all’interno del quale si volge l’attività di monitoraggio ambientale, è coordinato da CONAPI, la più grande cooperativa di apicoltori in Italia, ed è attivo dal 2017; inizialmente erano coinvolte le città di Milano, Bologna e Potenza alle quali si sono aggiunte Torino nel 2018, Bari nel 2019 in sostituzione di Potenza, Roma nel 2020 e nel 2022 Faenza.

L’analisi GIS del territorio cittadino nel raggio di tre chilometri intorno alla postazione di Faenza, ha rilevato che,  rispetto alle altre città, la tipologia è prevalentemente agricola.

Risultati
1. La mortalità delle postazioni nell’anno 2023
A Torino, Milano, Bologna, Bari e Roma la mortalità settimanale non ha mai superato la soglia critica, mentre a Faenza non solo nel 2023 ma anche nel 2022 si sono avute anomalie.

Nel 2022 la mortalità settimanale aveva superato quota 1.250 (somma dei due alveari) e le api sono state sottoposte ad analisi, ma tutti i 400 pesticidi analizzati hanno mostrato valori al di sotto del limite di quantificazione (LoQ), dunque la mortalità, per quanto anomala, era probabilmente da imputare a cause patologiche (virus);

anche nel mese di luglio del 2023, seppur con valori inferiori di mortalità, è stata superata la soglia critica,

ma questa volta, nelle api morte sono stati rinvenuti ben tre residui:

  • permetrina: (0,026 mg/kg): insetticida piretroide molto tossico per le api che veniva utilizzato in agricoltura per combattere afidi, tripidi, tignole, cicaline, ecc. e che è stato poi revocato per questo uso agli inizi del 2000. Attualmente è registrato come presidio medico-chirurgico ad uso civile e industriale contro tarli del legno, mosche, zanzare, scarafaggi, ecc.;
  • acetamiprid (0,057mg/kg): insetticida neonicotinoide mediamente tossico per l’ape mellifera ma altamente tossico per altri apoidei. È utilizzato per combattere afidi, aleurodidi, tripidi, microlepidotteri minatori, dorifora, piralide del peperone, agendo soprattutto per ingestione;
  • DEET (0,012 mg/kg): DEET indica la dietiltoluamide, una sostanza ampiamente utilizzata come repellente personale soprattutto per le zanzare ma anche per mosche, zecche, ecc. Non ci sono dati sulla tossicità verso le api.

La permetrina e il DEET sono dunque prodotti utilizzati per tenere sotto controllo la diffusione di zanzare; a Faenza, l’alluvione dello scorso maggio ha allagato varie parti della città e ristagni di acqua fangosa sono rimasti presenti per un lungo periodo; pertanto, ripetuti trattamenti contro le zanzare non possono che essere stati effettuati ed è ipotizzabile che essi siano alla base della presenza di queste due sostanze nelle api prelevate. Ovviamente si tratta di una ipotesi, e una seppur parziale conferma potrebbe venire dal monitoraggio del presente anno qualora, senza porsi la malaugurata necessità di rinnovare i trattamenti anti zanzara, non si riscontrasse nuovamente una moria di api causata dall’uso di queste sostanze. Questi dati forniscono, tuttavia, un plausibile avvertimento: sempre più si diffonde l’uso di prodotti contro le zanzare nei giardini e negli ambienti domestici, e le api ci dicono che l’ambiente subisce la loro presenza. Forse un serio ripensamento circa il loro uso potrebbe essere necessario.

2. Pesticidi riscontrati nei prelevi di routine di api bottinatrici e miele giovane
Complessivamente durante i sette anni del progetto è emersa la presenza quasi costante del glifosate nei campioni di api bottinatrici e di miele giovane. Nel 2020 e nel 2021, gli anni della pandemia da Covid-19, con la chiusura e la forte riduzione delle attività e degli spostamenti, non sono stati riscontrati residui di pesticidi nelle due matrici api e miele. Il glifosate ritorna nel 2022 a Torino, Milano e Bologna, e nel 2023 si sono aggiunti altri pesticidi, tra cui l’amitraz utilizzato in apicoltura per il controllo della varroa.

Indubbiamente un peggioramento della situazione negli ultimi due anni.

A Faenza, nei campioni di routine, se nel 2022 non sono stati rinvenuti pesticidi, nel 2023 ne sono stati trovati non pochi, sia nelle api bottinatrici che nel miele giovane.

(Presenza di pesticidi: campioni totali analizzati e campioni positivi durante i sette anni del progetto. Fonte: Conapi)

Faenza si è inserita nel progetto “Api e Orti Urbani” solo nel 2022, dunque il numero di campioni di routine prelevati è stato modesto, ma risulta alta la percentuale di quelli positivi (50%) perché, mentre nel 2022 i campioni erano tutti negativi, nel 2023 sono risultati tutti positivi ad almeno un residuo di pesticida.

Tra le sostanze trovate nelle due matrici vi sono:
glifosate, il più costantemente presente nei prelievi sia nelle api bottinatrici che nel miele giovane,
spirotetramat, amitraz, fipronil (presente nei prodotti che si utilizzano per proteggere gli animali da compagnia, ad esempio, dalle zecche).

3. Metalli pesanti
Convenzionalmente i valori bassi sono colorati in verde, quelli intermedi in giallo  mentre i valori alti in rosso.

Dall’inizio del progetto (2017) le concentrazioni elevate sono andate in crescendo fino a toccare il 53,6% nel 2019 per poi calare nel 2020 al 14,5%. Nel 2021 tali valori raggiungono il 31,7% e nel 2022 il 45,8, riportandosi ai livelli pre-pandemici. Nel 2023 però sono risultati in calo (27,3%).

Nei 7 anni i metalli più riscontrati sono stai Rame, Piombo, Cromo, Ferro e Nichel.

(Ripartizione delle classi di presenza dei metalli pesanti riscontrati nei campioni di api “bottinatrici” e miele “giovane” nelle 7 città del progetto dal 2017 al 2023. Fonte: Conapi)

Conclusioni
Pesticidi
I livelli critici di mortalità delle api sono stati superati a Bologna nel 2018, a Bari e Milano nel 2019 ed a Faenza nel 2022 e nel 2023. Nei due casi del 2019 di Milano e Bari, l’analisi chimica eseguita sui campioni di api morte ha rilevato residui di glifosate, mentre nell’ultimo episodio registrato a Faenza nel 2023 sono stati riscontrati residui di permetrina, acetamiprid e DEET.

Nei campioni di routine di api “bottinatrici” e di miele “giovane” eseguiti in sette anni, le analisi hanno messo in evidenza la presenza di glifosate a Milano nel 2017, a Bologna nel 2018, a Torino, Milano, Bologna e Bari nel 2019, e a Torino, Milano e Bologna nel 2022.

Nel 2023, nei campioni di Milano, Bologna, Faenza, Roma e Bari, oltre al glifosate si sono aggiunte altre molecole, come lo spirotetramat, la cipermetrina, il fipronil, l’amitraz e il piperonil butossido.

Metalli pesanti
Complessivamente, nei sette anni del progetto, le percentuali di metalli pesanti con valori inferiori alla soglia di riferimento e quelli che la superavano, sono risultate ambedue attorno al 34%. Circa il 31% sono stati i valori intermedi.

Nel 2020, come già anticipato, a causa delle limitazioni delle attività antropiche per la pandemia, in tutte le città è stata rilevata la più bassa percentuale di alti valori dei metalli pesanti (14,5% di valori anomali contro il 53,6% del 2019 e il 45,8% del 2022).

I metalli pesanti maggiormente riscontrati nel settennato sono stati: rame, piombo, cromo, ferro e nichel.

Due anni di monitoraggio ambientale con le api a Faenza ultima modifica: 2024-04-19T15:16:43+00:00 da Giorgio Della Valle

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