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Un nuovo Green Deal per l’Europa

Un nuovo Green Deal per l’Europa

13 i pilastri su cui fondare il Nuovo Green Deal europeo e 16 priorità ambientali per un’Europa pronta a fronteggiare la crisi climatica ed essere più competitiva e inclusiva.

Da un nuovo pacchetto energia-clima al piano d’azione Zero pollution, dall’economia circolare all’agroecologia, dalla ricerca all’innovazione industriale, dalla salute dei suoli alla mobilità sostenibile, dalle aree protette alla tutela della biodiversità, a norme più efficaci per contrastare la criminalità ambientale e le ecomafie.

Legambiente: “L’Italia sostenga un Patto europeo per il futuro e un’ambiziosa  azione comune europea che potrà portare importanti benefici ambientali, economici e sociali”.

 

A cinquant’anni dalla prima Giornata Mondiale dell’Ambiente e a tre giorni dalle elezione europee ci sembra buona idea pubblicare l’agenda per la legislatura europea 2024-2029 presentata da Legambiente ai partiti.

Per fronteggiare al meglio la crisi climatica ed essere più competitiva e inclusiva, l’Europa ha bisogno di un “Patto europeo per il futuro” che abbia davvero al centro l’ambiente. A sottolinearlo è Legambiente che, ad un mese dalle prossime elezioni europee, indica come realizzare questo nuovo patto presentando oggi a Roma, ai segretari dei partiti, ai rappresentanti istituzionali e ai candidati all’Europarlamento, la sua agenda per la legislatura europea 2024-2029. Sono 13 i pilastri – clima-energia; economia circolare; piano d’azione Zero pollution; agricoltura; salute dei suoli; industria; trasporti e mobilità sostenibile; biodiversità, aree protette e foreste; investimenti per la Just Transition; tutela penale dell’ambiente; giustizia climatica; ricerca e innovazione; coinvolgimento e partecipazione dei cittadini – su cui dovrà fondarsi il Nuovo Green Deal europeo, e 16 le priorità ambientali su cui sarà importante lavorare nella prossima legislatura europea,  anche per creare nuovi posti di lavoro e migliorare  la vita dei cittadini europei.

In questa partita, per Legambiente, l’Italia deve dare il suo contributo per un’ambiziosa azione comune europea che, se messa in campo, potrà portare ai cittadini importanti benefici economici. Secondo un recente studio del Servizio Ricerca del Parlamento europeo (EPRS), i benefici legati ad un’azione di questo tipo potrebbero ammontare sino a 3mila miliardi di euro l’anno entro il 2032, pari al 18% del PIL dell’Unione europea nel 2022, pari a 6.700 euro all’anno per ciascun cittadino. Secondo il think-tank europeo Strategic Perspectives nei prossimi 15 anni con 668 miliardi di euro di nuovi investimenti si creerebbero 2 milioni di nuovi posti di lavoro nell’industria nello scenario europeo “zero emissioni nette entro il 2040”; si otterrebbe un risparmio tra il 2025 ed il 2040 di 856 miliardi di euro grazie alla riduzione delle importazioni di combustibili fossili; si ridurrebbe di due terzi la bolletta energetica di famiglie e imprese entro il 2035.

16 priorità ambientali: prima priorità europea, indicata nell’agenda di Legambiente, dovrà essere il clima e tutte le azioni possibili per mitigare e adattarsi alla crisi climatica. Dall’adottare un nuovo pacchetto energia e clima Fit for 1.5°C – in grado di ridurre le emissioni climalteranti di almeno il 65% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, e poter così raggiungere la neutralità climatica già entro il 2040, fissando le scadenze per il phasing-out delle fonti fossili (2030 per il carbone, 2035 per il gas e 2040 per il petrolio), escludendo il nucleare e la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica dalle tecnologie strategiche e dai progetti prioritari del Regolamento Net Zero Industry Act  – all’approvare una legge quadro sulla resilienza climatica per coordinare norme stringenti sull’adattamento, con efficaci piani nazionali e adeguate risorse economiche, in tutti i Paesi membri. Per arrivare a definire un’adeguata Strategia europea per la giustizia climatica fondata su una politica comune di accoglienza e solidarietà dando risposte concrete alla crisi umanitaria dovuta anche alle migrazioni forzate causate dall’emergenza climatica.

Tra le altre priorità, si va da un’ambiziosa Strategia industriale europea, per rafforzare la competitività delle imprese e accelerare la transizione verso la neutralità climatica, una nuova Direttiva quadro sulla giusta transizione in Europa, alimentando di nuove risorse economiche il Just Transition Fund, fino all’istituzione di un Fondo europeo per gli investimenti green e sociali post-2026 di almeno 1.000 miliardi di euro (una sorta di NextGenerationEU 2.0).

Bisognerà dare, poi, concretezza ad un piano d’azione Zero Pollution (senza concedere deroghe alle scadenze temporali nella lotta allo smog e prevedendo azioni stringenti per ridurre alcuni inquinanti pericolosi per la salute nelle acque, come nel caso dei Pfas); varare una direttiva sulla gestione sostenibile delle risorse in Europa, insieme al rafforzamento delle filiere strategiche di approvvigionamento per la gestione circolare dei rifiuti tessili e delle materie prime critiche dai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE); approvare la direttiva sulla salute dei suoli, ripartendo dall’obiettivo ONU di fermare e invertire il loro degrado entro il 2030.

Sul fronte agricoltura, nella prossima legislatura europea per Legambiente le politiche agricole andranno reindirizzate verso l’orizzonte dell’agroecologia e riallineate alle Strategie europee From Farm to Fork e Biodiversity, rimettendo anche in pista le misure ambientali strategiche e prioritarie, abbandonate dopo la rivolta dei trattori. Occorrerà varare la Nature Restoration Law, già approvata dal Parlamento ma bloccata dal Consiglio, e attuare il regolamento EUDR, per arrestare la perdita delle foreste entro il 2030.

Per l’agenda di Legambiente occorrerà anche: varare un piando di investimenti per lo sviluppo del trasporto pubblico su ferro e per l’elettrificazione della mobilità, estendendo a tutte le principali città europee lo stesso percorso iniziato dalle 100 città della Climate Neutrality and Smart Cities Mission; procedere all’approvazione della direttiva sulla lotta alla corruzione, dopo averlo già fatto con quelle sulla tutela penale dell’ambiente e sulla confisca dei beni alle organizzazioni criminali. Sarà, inoltre, importante orientare gli investimenti pubblici sugli ambiti più innovativi e con maggiore impatto sociale e ambientali; avviare una più efficace azione diplomatica per dare un contributo concreto alla pace e promuovere in tutti i Paesi membri una nuova stagione di coinvolgimento territoriale e degli stakeholder per accompagnare la transizione ecologica. Proposte che l’associazione ambientalista ha riassunto anche nella petizione #Carpedeal che lancia oggi invitando le persone a sottoscriverla.

“Nella prossima legislatura europea – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è fondamentale che si affermi una solida maggioranza a sostegno di un ‘Patto europeo per il futuro’, motore di un Nuovo Green Deal in grado di coniugare ambiziose politiche ambientali, climatiche ed energetiche con quelle fondate sulla competitività industriale e sulla coesione sociale. È fondamentale far recuperare ai paesi europei il tempo perso sulla produzione di tecnologie pulite. Nell’era dell’emergenza climatica, infatti, chi prima produrrà le soluzioni tecnologiche più innovative ai problemi del Pianeta, occuperà in anticipo i mercati internazionali. Rallentando il Green Deal lasceremo sempre più spazio alle tecnologie prodotte fuori dal Vecchio Continente, a partire dalla Cina. Per rendere possibile questo scenario la nostra associazione ha deciso di organizzare la sua ‘campagna elettorale’, promuovendo la partecipazione al voto di cittadine e cittadini e confrontandosi con i partiti e i loro candidati sull’importanza dell’Europa e del Green Deal, con iniziative organizzate in ogni regione italiana”.

“Ci troviamo a fronteggiare – aggiunge Mauro Albrizio, responsabile ufficio europeo di Legambiente – una triplice crisi climatica, economica e sociale, aggravata dalle guerre in corso, e le istituzioni europee sono messe fortemente in discussione da una parte delle forze politiche in campo. Quelle sovraniste hanno costruito tutta la loro campagna elettorale contro l’Europa e contro il Green Deal, lanciato dalla Commissione uscente presieduta da Ursula Von Der Leyen all’inizio del suo mandato a fine 2019. Il nostro auspicio è che si ritrovi il buon senso e non si dimentichi che l’Europa, nonostante le sue contraddizioni, ha svolto un ruolo fondamentale per la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, facendo leva sui principi dell’azione preventiva e sul principio “chi inquina paga”, su strategie come il green deal europeo, e approvando direttive che hanno cambiato positivamente le condizioni ambientali degli Stati membri a partire dall’Italia”.

L’Italia e le conquiste ambientali ottenute grazie all’Europa. Dal 1960 ad oggi in Italia sono aumentate le leggi che presentano il termine “ambiente” nel titolo: passando dalle cinque del 1960 alle 77 del 1990, fino alle 189 del 2019 (fonte Istat), in quanto una gran parte della migliore legislazione italiana sulle tematiche ambientali deriva dal recepimento nel nostro ordinamento di direttive europee come quelle sulla gestione integrata dei rifiuti (CEE n. 75/442 – n. 76/e n. 78/319); quella che disciplina la gestione delle acque reflue urbane e industriali in Europa, imponendo un sistema di raccolta, trattamento e scarico adeguati (Direttiva 91/271/CEE); la Direttiva quadro sulle acque 2000/60. Altri interventi normativi fondamentali sono stati quelli a tutela della biodiversità e della natura, con la Direttiva 92/43/CEE “Habitat” (recepita con il DPR 357/1997) e della qualità dell’aria.

Grazie all’Europa, l’Italia ha imboccato anche la retta via: è stato così per le gravi lacune infrastrutturali rispetto agli standard europei, colmate grazie alle procedure d’infrazione. Milano ha realizzato il suo depuratore delle acque reflue nel 2004 e Roma ha chiuso la discarica di Malagrotta nel 2013 grazie ai richiami formali delle istituzioni europee. Alcuni gravi e cronici problemi ambientali verranno risolti più velocemente grazie alla condanna della Corte di giustizia europea e al pagamento delle sanzioni, come quelle sulla mancata realizzazione o completamento di fognature e depuratori in 900 agglomerati urbani, sulle circa 200 discariche non bonificate, sugli impianti assenti per la chiusura del ciclo dei rifiuti urbani in Campania, che sono già costate ai contribuenti del nostro Paese quasi 800 milioni di euro.

 

#CARPEDEAL, sostieni le nostre proposte

 

Le prossime elezioni europee saranno cruciali per il nostro futuro. Ci troviamo a fronteggiare una triplice crisi climatica, economica e sociale, aggravata dalle guerre che sono tornate ad essere una drammatica realtà alle porte dell’Europa, e le istituzioni europee sono messe fortemente in discussione da una parte delle forze politiche in campo.
Nella prossima legislatura europea è fondamentale che si affermi una solida maggioranza a sostegno di un “Patto europeo per il futuro”, motore di un Nuovo Green Deal in grado di coniugare ambiziose politiche di coesione economica e sociale in sinergia con altrettanto ambiziose politiche ambientali, climatiche ed energetiche.

Vogliamo un’economia europea libera da fonti fossili, circolare e a zero emissioni.

Vogliamo una casa comune europea accogliente e solidale per un futuro di pace e benessere.

 

LE NOSTRE RICHIESTE

  • CLIMA & ENERGIA
    L’Europa si sta riscaldando due volte più velocemente rispetto al resto del mondo. Servono ambiziose politiche di adattamento e mitigazione in grado, nello stesso tempo, di dotare la società europea della necessaria resilienza ai cambiamenti climatici e di ridurre le emissioni climalteranti in coerenza con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi.
  • ECONOMIA CIRCOLARE
    L’economia circolare deve continuare a rappresentare uno dei pilastri della transizione ecologica dell’Europa. Serve un’azione decisa per ridurre drasticamente i rifiuti e dare priorità alla riduzione dell’uso delle risorse.
  • PIANO D’AZIONE ZERO POLLUTION
    Azioni decise per raggiungere gli obiettivi di inquinamento zero dell’aria, dell’acqua e del suolo previsti per il 2030, con l’adozione di nuove leggi che contrastino l’inquinamento da una parte e una migliore attuazione di quelle già esistenti dall’altra.
  • AGRICOLTURA
    Occorre reindirizzare le politiche agricole verso l’orizzonte dell’agroecologia e riallinearle alle Strategie europee From Farm to Fork e Biodiversity, con misure precise, tra l’altro, per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e la riduzione delle emissioni dai grandi allevamenti intensivi.
  • SALUTE DEI SUOLI
    È arrivato il momento di approvare la Direttiva sulla salute dei suoli (già approvata in prima lettura dall’Europarlamento nella scorsa legislatura, ma non dal Consiglio), ripartendo dall’obiettivo ONU di fermare e invertire il loro degrado entro il 2030.
  • BIODIVERSITÀ, AREE PROTETTE E FORESTE
    Bisogna varare la Nature Restoration Law, approvata dal Parlamento europeo uscente e bloccata dal Consiglio, arrestare la perdita delle foreste, fermare il prelievo indiscriminato e illegale di alberi dal legno pregiato, varare la strategia per eliminare la pesca a strascico nei mari europei entro il 2035.
  • INDUSTRIA
    Chiediamo una strategia industriale europea basata sull’innovazione e su grandi investimenti in ricerca, per avere sistemi industriali competitivi a livello globale e capaci di consumare meno energia e materia, abbattere le emissioni climalteranti e inquinanti.
  • TRASPORTI E MOBILITÀ SOSTENIBILE
    Le emissioni dei trasporti continuano ad essere fuori controllo compromettendo l’impegno europeo per fronteggiare l’emergenza climatica. Serve una radicale inversione di rotta accelerando verso il definitivo passaggio alla mobilità sostenibile.
  • INVESTIRE NELLA JUST TRANSITION
    Approvare una nuova Direttiva quadro sulla giusta transizione in Europa, con un focus specifico attribuito al Just Transition Fund (JTF) con interventi nelle regioni più colpite dalla transizione verso la neutralità climatica ora costrette a far fronte a gravi sfide socioeconomiche.
  • TUTELA PENALE DELL’AMBIENTE
    Dopo l’approvazione definitiva della direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente e di quella sulla confisca dei beni accumulati dalle organizzazioni criminali, che dovranno essere recepite dagli Stati membri, occorre procedere al varo della direttiva sulla lotta alla corruzione.
  • GIUSTIZIA CLIMATICA
    Approvare un’adeguata Strategia europea per la giustizia climatica, fondata su una politica comune dell’accoglienza e della solidarietà, per dare risposte concrete alla crisi umanitaria dovuta anche alle migrazioni forzate causate dall’emergenza climatica.
  • RICERCA
    Occorre orientare gli investimenti pubblici sugli ambiti più innovativi e con maggiore impatto sociale e ambientale, meno presidiati dal mondo imprenditoriale, e promuovere un rapido sviluppo applicativo alla ricerca ad alta capacità di innovazione.
  • COINVOLGIMENTO E PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI
    Chiediamo una nuova stagione di coinvolgimento territoriale e degli stakeholder per accompagnare nel migliore dei modi la transizione ecologica. L’efficienza decisionale deve andare di pari passo con il diritto dei cittadini di partecipare alla vita democratica dell’Unione.

Allegato
   Legambiente – Green Deal Europeo – Rapporto 2024

Un nuovo Green Deal per l’Europa ultima modifica: 2024-06-05T15:21:22+00:00 da Giorgio Della Valle

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